Testimonianze

Raccogliamo in questa pagina le testimonianze più significative che ci arrivano…come occasione di approfondimento e segno di speranza.

– ELISABETTA –

Eccomi qua,come promesso alla mia mitica e pazzoide amica Flaminia anch’io lascio qualche scricciolo di me in queste semplici righe, scritte senza tanto guardare alla punteggiatura o alla giusta parola, ma seguendo ciò che provo dentro, ciò che detta il cuore. Premetto che parlare di anoressia per una ragazza di 22 anni che l’ha vissuta in prima persona 2 anni fa, non è facile, anzi il primo passo per affrontarla è proprio ammettere che si è malati ma non di una febbre o di un raffroddore, di anoressia questa parola che spesso anche solo citarla porta vergogna e indifferenza da parte di chi la sente. Innanzitutto vorrei dire Grazie a Flaminia e a tutta la tua tribù, perchè questo sito non è nato da medici e dottori con laure e titoli impronunciabili, ma da ragazzi che vedono troppo spesso “fantasmi” che girano per la città, ragazze morte in cui nei loro occhi non c’è più luce, non c’è più voglia di vivere una vita spettacolare, una VITA con la V maiuscola. Bè io sono stata una di queste,a 18 anni ho iniziato ad avere problemi con il cibo e più passava il tempo più l’anoressia prendeva il soppravvento nella mia vita. Sono stati gli anni più bui e tristi della mia vita, non ridevo più,non uscivo più, non volevo più vivere…ma questa non era la vera Elisabetta! Sono andata da qualche psicologo o chissà cos’altro ma la medicina definitiva l’ho trovata a Bergamo nella Casa di cura Palazzolo centro dei disturbi alimentari (tel. 035-389206) Non sono uscita dall’anoressia con chissà quali farmici o stregonerie ma insieme a nove ragazzi come me con anoressia o bulimia, e soprattutto con il fantastico e meraviglioso aiuto di una trup di educatori che vivendo con noi per più di tre mesi ogni secondo della giornata ci hanno fatto rinascere, ci hanno fatto capire quanto sia spettacolare la vita. “NE VALE PROPRIO LA PENA?” questa era una delle tante cose che ci dicevano e sapete, la stella spenta che ero diventata con l’anoressia era proprio buia, invisibile , senza valore, ora invece luccica più che mai perchè è carica di nuova energia, di nuove amici, di voglia di vita! ciao ciao grazie tantissimissimo Elisabetta

– MICOL –

“E’ dura, ma passa.” Fu una compagna di nazionale a dirmelo per prima, mentre volavamo verso Santiago de Compostela per partecipare ai Mondiali Universitari di Cross. Quella frase mi provocò un brivido immenso, ma il buio di quegli ultimi anni fu squarciato da una luce improvvisa di speranza, con la stessa facilità con cui si squarcia un velo leggerissimo. Ricordo ancora quella piccola frase come l’aiuto più grande che ricevetti nel corso della malattia. Lei ci era cascata anni prima e in quel giorno era bella come il sole e in cammino verso qualcosa di nuovo.
Ho voluto iniziare questo intervento con quella breve frase, perché credo ci sia profonda necessità di questo….di sapere che non esiste nulla di irrecuperabile e che bisogna avere la forza di imparare ad alzarsi.
Io sono caduta nell’anoressia proprio negli anni in cui l’atletica era tutto e passavo a Tirrenia gran parte dell’anno. Vivevo di quelle magnifiche sensazioni di onnipotenza che mi dava la corsa e chiedevo al mio corpo un’efficienza ed una perfezione che lui non avrebbe potuto reggere a lungo.
Nel mio caso non si trattava di scelte estetiche, quanto piuttosto di strategie prestative. Meno pesavo più veloce correvo le ripetute e più medaglie mi appendevo al collo.
Avevo vent’anni e la convinzione che l’atletica mi avrebbe regalato il paradiso che cercavo e che non trovavo nè nell’università, né nel lavoro di giornalista, né probabilmente nella quotidianità delle mie giornate.

Aveva ragione quella compagna di volo, che negli anni è diventata una dolcissima certezza ed una carissima amica (nonché una forte crossista): è stata dura uscirne e soprattutto è stata lunga la strada….ma oggi si tratta solo di un prezioso ricordo..di un’esperienza di vita vissuta.

Io non faccio parte di quelli che dicono che “la sofferenza serve e che è stata una fortuna passarci perché poi si è diventati una persona migliore”…forse può anche essere vero che il passaggio di certi guadi fa crescere e che si diventa persone più gradevoli, ma credo che si possano percorrere innumerevoli strade per crescere, senza ridursi pelle e ossa e martoriare il proprio corpo gratuitamente.

“Dai disturbi alimentari si esce.” Oggi sono io a dirlo a chi abbia bisogno di queste parole, come tanti anni fa’ lo dissero a me.

Probabilmente molti di voi, come me, non arriveranno mai a capire le reali cause scatenanti di una patologia come questa, ma ciò che mi preme è dire che sarebbe ingiusto attribuirne la responsabilità allo sport e all’agonismo. Quello è solo un pretesto…un’occasione direbbero alcuni…per me è stato anche il gancio emozionale per fare leva e tornare a galla.

Sono passati ormai sette anni dagli inizi di quel percorso. Dopo la malattia sono tornata a correre su buoni livelli e mi sono tolta qualche piccola soddisfazione cronometrica sui 5000 e 10000. Oggi corro, vado in bicicletta e appena posso nuoto. Non passa praticamente giorno in cui lo sport non entri nelle mie giornate, ma con uno spirito diverso…eppure sempre con la stessa entusiasmante passione per l’atletica e per quel magico anello rosso che ciascuno di voi…di noi…ha sempre sognato di poter domare.

Un abbraccio Micol

– GIULIA –

La prima volta che ho messo piede in una pista d’atletica avevo dodici anni, ora che ne ho ventiquattro posso dire che l’atletica è stato un punto cardine nella mia adolescenza, che mi ha condizionato e che mi ha reso quello che sono. E’ difficile per me poter pensare come sarebbe stata la mia vita senza, quello che posso dire è che attraverso la corsa ho provato e continuo a provare delle emozioni fortissime.

Ho pianto, ho riso mi sono disperata, ho visto il mondo crollarmi addosso, e per fortuna fino ad ora ho sempre trovato la forza di rialzarmi.

Quando corri sei tu contro te stessa, e a volte tu diventi la tua peggior nemica, quando con le tue fragilità e le tue paure non riesci a reagire e tutto ti sembra troppo grande, troppo difficile.

Basta un passo falso e anni di sacrifici si vanificano davanti all’indifferenza di tutti coloro che sono pronti a calpestarti e a farti cadere ancora più in basso di quanto già non ti trovi.

Io non sono stata molto fortunata (atleticamente parlando) ho avuto un percorso atletico travagliato, ma non importa, sono felice ugualmente, perché tutto quello che ho passato mi ha reso la persona che sono.

Sono rimasta in ginocchio per tanti anni ed ora che ho trovato la forza per alzarmi non credo che ci sarà qualcuno capace di rimettermi a sedere.

Ho capito che l’atletica è uno sport duro, ma c’è modo e modo di viverla, pensavo che fosse giusto arrivare spossata ad ogni allenamento, fare diete rigidissime e non concedersi nessuno svago, ma non è così.

Per anni ho vissuto l’atletica in modo distorto, quello che era nato come una passione è diventata con il tempo un’ossessione.

Una continua sfida contro me stessa che mi ha portato ad entrare in un circolo vizioso, in cerca di una conferma ad ogni allenamento.

Ricercavo la perfezione in ogni mio gesto, in ogni mio atteggiamento, vivevo gli allenamenti come delle gare.

Il mio fisico non mi andava bene, non era come quello che volevo, non ero abbastanza magra, non avevo abbastanza muscoli, non ero abbastanza alta…non ero mai abbastanza.

Sembra assurdo ma essermi rotta un tendine è la cosa migliore che potesse succedermi, ho capito tante cose, ho capito che non potevo andare avanti in questo modo.

Ho capito che i miei 40 kg non mi avrebbero fatto fare una manciata di secondi in meno e che arrivare troppo stanca la sera per mangiare o per studiare non mi avrebbero portato nessuna medaglia, e che non riuscire a dormire per i crampi ai polpacci non sarebbe servito proprio a nulla se non a farmi del male.

Mi ricordo ancora come se fosse oggi il mio primo raduni, avevo quattordici anni ed un allenatore mi disse che avevo il fisico per far figli e non per correre, riferendosi alla larghezza del mio bacino.

Quella frase mi ha perseguitato negli anni a venire.

Nella vita di tutti i giorni mi dicevano che ero magra ora mi venivano a dire che non andavo più bene.

Questo conflitto tra la mia identità atletica e quella del mio quotidiano è andato inasprendosi con il tempo.

Non riuscivo più a capire chi fossi, ricevevo due immagini di me stessa differenti ed inconciliabilI. e non riuscivo a capire quale delle due mi appartenesse.

Ovviamente iniziai a credere agli allenatori, e da allora fino al giorno del mio primo grande infortunio ho passato la mia vita a dieta.

Non ho mai pensato di mangiare un pacchetto di patatine fuori pasto o di mangiare una focaccia a merenda, sono cresciuta con l’ossessione del peso.

Mi guardavo allo specchio e mi vedevo gonfia, i miei fianchi mi sembravano immensi, ero ossessionata dalla mia immagine ogni kg in meno era motivo di gioia.

Ero arrivata a pesarmi una ventina di volte al giorno.

Ora sono arrabbiata al pensiero che per colpa di persone superficiali e ignoranti ho passato la mia adolescenza a lottare contro il cibo.

Senza riuscire a capire che senza il cibo non si è niente, e che non si può correre e tanto meno vivere senza.

Voglio gridare basta a tutti quegli allenatori che si sentono in diritto di dirci chi siamo.

Perché voglio ricordare a tutti che ogni ragazzo ed ogni ragazza prima di essere un’atleta è una persona.

E che nessun tempo vale la sofferenza provocata da un rapporto conflittuale con il cibo.

La nostra associazione vuole cercare di far comprendere che il cibo è il tuo primo alleato e non il tuo peggior nemico.

Indossare la maglietta io mangio io sono è per me motivo di grande orgoglio.

Con questo slogan voglio iniziare la mia nuova vita atletica, voglio sentirmi prima di tutto una persona e voglio vivere con serenità e tranquillità tutti i miei attimi.

GIULIA

– NICOLETTA –

carissime ragazze,
quando mi è stato chesto di dare una testimonianza sul vostro sito ho detto sì con entusiasmo,lieta di partecipare a questo vostro meraviglioso sforzo di rendere visibile questa “malattia” infida e strisciante.Pensavo fosse una cosa semplice scrivere qualche riga, ma mi accorgo che mi costa ancora fatica ripensarci, che la ferita è sì rimarginata,ma la cicatrice è lì a ricordarmi l’angoscia di quegli anni.
Avevo 17 anni;giovane ballerina alla scuola del Teatro alla Scala,studentessa modello,brava buona e silenziosa.Mai un problema ai miei genitori.Non grandi sogni di gloria, mi piaceva quello che facevo e basta.Le giornate erano pesanti- scuola e danza- non c’era tempo per altro e le amiche erano soltanto quelle che condividevano la stessa vita.In camerino si parlava di grasso e di magro, di diete e di digiuni perchè ogni anno potevi essere mandata via dalla scuola se il tuo fisico da adolescente in cambiamento non rientrava nei canoni di efebica ballerina.
HO COMINCIATO PER GIOCO.Le mie amiche soffrivano nel privarsi di gelati e di pastasciutte. Io che non ero certo grassa,non dicevo niente, ma non facevo fatica a rinunciare a questo o a quello. Senza accorgermene perdevo chili e il senso della realtà.Fortissima e lucidissima nei primi tempi quando pensi di avere il controllo sul mondo intero, a poco a poco rimani prigioniera della tua stessa rigidità e intransigenza.E mi sono ritrovata nel baratro.Facevo fatica a fare le scale( ma per carità, mai l’ascensore!!!),ho avuto crisi tetaniche, arrivai a pesare 36 chili per un metro e settanta.GENITORI DISPERATI.
Allora, l’anoressia era una parola quasi sconosciuta. Non esistevano reparti specializzati o cliniche, nessuno ha mai detto ai miei genitori che una terapia psicologica avrebbe potuto aiutarmi e rimasi in cura da vari endocrinologi.
Quattro lunghi anni bui di cui mi rimangono solo pochissimi sprazzi di ricordi, come se il mio cervello in mancanza di nutrimento si fosse mangiato anche i neuroni! Sola con le mie angosce e l’ unico pensiero ossessionante: cibo, cibo, cibo.
Eppure, piano piano, ci sono uscita.
Piccoli, piccolissimi passi;solo traguardi vicini,solo il domani e non più in là,solo un pizzico di fiducia in chi ti vuole bene, solo un’amica che ti rimane vicina e non si vergogna di te,solo un tramonto che riesci a godere prima che l’ossessionante pensiero torni ad appropriarsi della tua mente.Piano piano ci sono uscita.
ora che ho 53 anni e due figlie che hanno passato la loro faticosa adolescenza, posso dire CI SONO USCITA.
nicoletta

– CARLA –

Ciao a tutti sono Carla,
è da tanto tempo che voglio scrivervi la mia testimonianza ma troppe volte non trovavo le parole…
Io rappresento l’altra faccia della medaglia: non ho vissuto l’anoressia su di me, ma ho visto questa malattia cambiare la vita di mia sorella, della mia inseparabile gemella…
L’ho vista talmente vicina, che a volte mi sembra di averla vissuta io stessa, anche se so perfettamente di non aver provato le stesse sensazioni .
Quelle poche volte che se ne parla, spesso ci si chiede come la famiglia non se ne accorga, come sia tanto cieca da non accorgersi che la propria figlia o sorella diventa piano piano uno scheletrino…ma non credete sia così facile, succede tutto all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno o meglio quando ci si accorge, spesso la malattia esiste da molto tempo e ci ritrova disarmanti di fronte ad essa.

Prima che mi colpisse così da vicino l’avevo solo sentita nominare questa malattia, questa anoressia che mi pareva essere solo la “fissa” di alcune ragazze che non hanno altro a cui pensare.
E invece non è così….è una malattia con la M, una malattia seria dalla quale non è facile guarire soprattutto perché non esistono farmaci, non esiste cura se l’interessata non vuole davvero guarire.
Eh già, la vera cura è la DETERMINAZIONE A VOLER GUARIRE, altrimenti è tutto inutile.
Quella stessa volontà di ferro che caratterizza le ragazze anoressiche, quella volontà che fino a quel momento permette a queste ragazze di resistere alla fame che le divora, deve diventare la loro forza per reagire.

Non ho vissuto l’anoressia personalmente, ma ci ho combattuto a lungo contro ed è stato davvero dura.
L’ho odiata tanto questa malattia che vedevo piano piano rubarmi la mia sorellina.
Le ha rubato la sua voglia di vivere, il suo sorriso, la sua spensieratezza…. Tutto era diventato grigio, non voleva più uscire, nulla le interessava, non si divertiva più, amici, cugini..tutto era diventato pesante.
Ed io,….non sapevo più che fare, ho cercato di starle vicina, di farle capire che cosa stava facendo, ho cercato a lungo di capirla; a volte mi sembrava di trovare l’idea giusta per capirla, per parlarle, ma subito dopo crollava tutto…

Non l’ho vissuta io l’anoressia, ma l’ho vista rubare a mia sorella 2 anni (e forse più) della sua vita, vivendo la continua sensazione disarmante d’incapacità e di rimorso per non essermi accorta prima, per aver permesso che tutto accadesse e per non riuscire a darle un aiuto.
È così, non si riesce a dar loro una mano, finchè non sono loro stesse a tendere le mano alla ricerca di un’altra.
Devono proprio voler guarire: spesso prima ci provano da sole e solo quando sono stremate dall’anoressia, quando la odiano ma vedono che da sole non riescono, quando capiscono che la soluzione sta nel chiedere aiuto, allora si incomincia a vedere uno spiraglio di sole nell’oscurità della tetra vita creata dall’anoressia.
Il vero compito di chi vive accanto a queste ragazze, di chi vuole loro bene, è continuare a dir loro che si può sconfiggere questa malattia, far loro conoscere i modi per guarire, i centri specializzati che possono aiutarle e non smettere mai di ribadire che l’anoressia è una malattia seria, con la quale si rischia davvero molto, anche la morte, ma dalla quale si può guarire, solo volendolo…è dura ma si può!!!

Da un punto di vista atletico, ho visto l’anoressia rubare a mia sorella quel trenino per la nazionale che era riuscita a prendere quasi per gioco; le ho visto rubarle quella spensieratezza con la quale entrava in gara per la voglia di divertirsi dando il massimo….ma soprattutto ho visto l’anoressia rubarle la voglia di correre per correre perché l’atletica era diventata solo un modo di sprecare…

Poi…..HA CHIESTO AIUTO e L’HA TROVATO, in un centro di Bergamo (CdA Centro disturbi alimentari Istituto Palazzolo Via San Bernardino Bergamo)
È stata dura ma era tutta una fatica diversa; sono stati 3 mesi lunghissimi per me e credo indimenticabili per lei.
Piano piano ho visto riaffiorare la mia E. di sempre…è stato bellissimo!…riscoprire che dopo tanto tempo c’era ancora la mia sorellina, con lo stesso sorriso, la stessa spontaneità, la stessa voglia di vivere..stupendo!il percorso non è durato solo 3 mesi, perché l’anoressia è una malattia tosta e per vincerla c’è solo un modo: essere più tosti di lei. Possono succedere delle ricadute, ma dopo una caduta si impara a rialzarsi e a non inciampare più.

Ed ora????
A distanza di qualche anno, quando vedo mia sorella correre, ripenso a tutto quello che sta dietro a quella sua falcatina leggera…alla forza di volontà e a quella sua voglia di correre che le hanno permesso di reagire all’anoressia, di non appendere le scarpette al chiodo quando al rientro in pista sono arrivate le prime “batoste”….. e mentre corre vedo il suo sguardo fisso in avanti, determinata a dare il massimo, a stupire, testimoniando, semplicemente correndo, che la vera forza sta dentro di sé ed è questa forza il segreto per vincere la gara più importante, quella della VITA, perchè la vita è spettacolare e vale proprio la pena di essere vissuta!

– ALESSANDRA –

Non è facile parlare di una malattia che sempre più si diffonde tra i giovani e sempre meno è riconosciuta come tale dai ragazzi.
Non ho vissuto l’anoressia in prima persona, ma l’ho vista aggrapparsi ai corpi di amiche che pian piano perdevano pezzi e neanche se ne accorgevano…
si dice che chi ha problemi alimentari come questi si guardi allo specchio e veda una persona diversa da quella che è…forse non è così e il problema è proprio questo…forse l’immagine riflessa è solo quella materiale, il corpo ormai solo ossa…ma cosa interessa ad una anoressica del suo corpo? nulla in fondo…quello che la tocca è ciò che sta dentro, in fondo alla pancia…quello spazio/elemento innominato che scatena le emozioni…lì non c’è più niente quando qualcuno cade nel pozzo dell’anoressia, non si prova più nulla, e probabilmente proprio la ricerca di un’emozione porta a continuare a torturarsi e a dirsi “forse domani sarò felice…”; finché la ragione ha la meglio sull’istinto, finché il pensiero riesce a sovrastare l’irrazionale…allora ci si rende conto che l’unica risposta, l’unica emozione possibile è la V.I.T.A, quella cosa che qualcuno ti ha donato e che ti rendi conto di non voler perdere così, per una manciata di Kg in più o in meno.
Ci sono milioni di circostanze o motivazioni che portano ad ammalarsi e il primo passo verso la guarigione è la presa di coscienza del fatto che si è effettivamente malati…e si può uscire da quel pozzo, che senza fondo non è.
Mi sono chiesta tante volte come avrei potuto aiutare M., che lentamente si stava spegnendo sotto i miei occhi umidi, che trattenevano le lacrime per non mostrare la mia debolezza…la verità è che non ho scelto io di fare qualcosa…la vita mi ha portata sulla strada, la strada di Villa Garda (una clinica sul lago che cura disturbi alimentari), in quel mese di luglio torrido, quando con lei ho varcato la soglia di quella che sarebbe stata la sua casa per circa sei mesi…non ho capito prima di lei quanto fosse grave e non ho paura a dire che quando ho visto la sua reazione all’idea di curarsi lì l’avrei portata via sulle mie spalle; ma ho paura a dire che spesso anche nella mia mente si è insinuata la brutta idea di smettere di mangiare…per fortuna non ho corso questo rischio e sono contenta di aver aiutato qualcuno, probabilmente senza rendermene neanche conto. La sola mia presenza l’ha convinta a restare dov’era, ad affrontare il problema e a risolverlo con coraggio.
Non mi sono mai sentita così importante per una persona, se non in quella circostanza…
e tuttavia tocca anche a me ringraziare per aver vissuto tutto questo, perché non è facile capire quanto la scalata sia difficile finché non la si vede davanti a noi o con gli occhi di una persona a cui vogliamo bene.
“Siamo quello che mangiamo” diceva un filosofo, forse già prospettando l’idea che se non mangiamo, NON SIAMO.

– FLAMINIA –

Ho avuto il mio primo contatto con l’anoressia sin dall’infanzia, perché un mio parente ne soffriva dall’adolescenza. Anche se da piccoli non ci si rende conto fino in fondo dei problemi dei grandi perché si vive principalmente in un mondo di fantasia, mi accorgevo dell’infelicità che pervadeva questa persona. Mi rendevo conto della sua fragilità.
Poi alle superiori il mio corpo ha iniziato a trasformarsi e anch’io come le ragazzine di quest’età ho inutilmente iniziato una dieta, un po’ perché non pensavo che il mio corpo fosse asciutto e adatto all’atletica agonistica, un po’ anche perché mi dicevano che ero ingrassata. “Hai il sedere da matrona romana!” mi veniva detto, ma devo dire che nonostante i miei tentativi non sono mai riuscita a seguire fino in fondo una dieta che, tra le altre cose, inventavo seguendo suggerimenti di inesperti.
Non ho mai sofferto di disturbi alimentari, ma come atleta forse c’è stato un breve periodo in cui sono stata attenta a cosa mangiavo perché altri mi dicevano che dovevo dimagrire. La mia testimonianza è il risultato di ciò che ho visto e vissuto in questi 9 anni di atletica leggera. Penso sia importante far capire perché ho ritenuto estremamente necessario dover fare qualcosa.
Sono scomparse molte ragazze dalle piste perché colpite dall’anoressia: alcune sono state costrette ad abbandonare perché il loro corpo, privo di nutrimento, non poteva più sostenere gli allenamenti; altre sono morte, e la cosa più triste è che nessuno sa il motivo. Si organizzano gare in loro memoria, ma non si sa il perché della loro scomparsa.
Ho veramente capito cosa fosse l’anoressia quando la mia carissima amica ha iniziato a stare male. Vedendoci solo alle gare, mi sono accorta che qualcosa in lei non andava. Quando l’ho vista così dimagrita le ho chiesto cosa avesse, “Tensione per gli esami di maturità”, mi ha risposto. E, devo dire la verità, le ho creduto. Inizialmente non mi ha nemmeno sfiorato l’idea che una ragazza così allegra, piena di gioia e voglia di vivere, potesse soffrire di questo male.
La situazione è peggiorata, ma alla fine tutto si è risolto. Ovviamente il percorso è stato lungo e difficile ma ha avuto il coraggio di accettare l’aiuto che le è stato offerto e ora è tornata più gioiosa di prima. Ne è prova la sua testimonianza e il suo entusiasmo quando lavoriamo insieme per l’associazione. È tornata anche a correre e sono certa che anche in ambito atletico potrà solo migliorare perché il suo potenziale è grande.
Questa esperienza mi ha fatto scontrare per la prima volta, in modo conscio, con la malattia. È stata la prima e purtroppo non l’ultima.
Il mio è un punto di vista esterno. Voglio cercare di far capire che se si ha anche il minimo sospetto che una persona soffra di disturbi alimentari non si può rimanere indifferenti. È importante intervenire tempestivamente perché prima si agisce maggiori sono le possibilità di guarigione.
Il mondo dell’atletica e più in generale quello dello sport, deve capire che l’anoressia e gli altri disturbi alimentari sono delle malattie e, come ogni altra malattia, devono essere curate.
Però è anche necessaria una campagna di prevenzione. Non è difficile, basta semplicemente stare attenti alle parole, basta non “accusare” le ragazzine, atlete e non, di essere grasse o non suggerire diete inventate; avere dei fianchi,avere un corpo femminile, non vuol dire essere grasse.
Spero di aver fatto capire non solo che è una malattia grave ma che ognuno di noi, anche solo con piccoli gesti, può fare qualcosa!
un abbraccio

– VALERIA –

Scrivo per portarvi anche la mia testimonianza… Ho 24 anni e ho vissuto tre anni d’inferno a causa di questa malattia, dai 15 ai 18. Nel mio caso però l’atletica non è legata negativamente a questa situazione, anzi…Ma lasciate che vi racconti.

Cosiddetta “secchiona”, quando andavo al liceo studiavo tutto il giorno. Non ero una persona particolarmente brillante, una che leggeva una pagina e la sapeva subito a memoria o che capiva al volo le spiegazioni, e tutto quel tempo lo ritenevo necessario. Mia madre mi aveva sempre seguita nello studio e ci teneva che prendessi “bei voti”: io davo il massimo per soddisfarla, e del resto anche a me facevano piacere. Da qui però si è innescato un meccanismo per cui alla minima cosa che fosse andata storta, al primo voto sotto le mie aspettative, era una tragedia.

La prima mancanza di rispetto nei confronti del mio corpo, della mia salute, è stata per il poco dormire. Pian piano ho iniziato a fare le ore piccole: studiavo giorno e notte. I risultati si vedevano, ma non c’era gioia nella mia vita. Pochissimo tempo per le amiche e nessun tempo per le mie passioni.

Durante tutte quelle ore a studiare erano frequenti gli spuntini. Fisicamente ero sempre stata “giusta”, come si dice. Pian piano avevo assunto forme “rotondeggianti”… e non certo là dove in molte le gradiremmo. Era una cosa che notavo con insoddisfazione ma non con preoccupazione. Questo fino al giorno in cui cerco di infilare un paio di jeans e, presente mia mamma, non ci riesco. Lei mi dice che sono ingrassata e che, se continuo così, divento proprio Grassa. Me lo dice con disprezzo…lo stesso che usava con mio padre (buongustaio) quando gli diceva “Mangi troppo!!”.

Mi sento morire. Iniziano le preoccupazioni. Tento di mettermi a dieta. Si trattava di poche rinunce in realtà, anche se per me faticose. Nel giro di mesi perdo due, tre chili, quelli che “potevano anche starci”. Però a quel punto non sono soddisfatta. Ho 16 anni, penso: “nella mia vita non mi piace niente: studio e non faccio altro, non ho tempo per niente, non ho amici veri, nessun ragazzo che mi fili. Non mi piace neanche il mio corpo…però a questo posso rimediare”. E così, con la stessa determinazione con cui studiavo ore e ore mi metto “a dieta”. Questa volta la dieta è severa. Mi impongo di saltare la colazione, o al massimo uno o due biscotti nel tè. Però a volte il tè è meglio non zuccherarlo con un cucchiaio pieno: ingrassa….anzi: meglio niente tè del tutto. Pranzo: insalata con pane. Facciamo mezzo panino…anzi no: un grissino. Cena: è un casino: ci sono i miei a casa, mentre a pranzo sono al lavoro…quindi mi tocca mangiare un po’ di più: tipo un po’ di minestra e mezzo secondo… ma la situazione poi si appesantisce. Causa mio fratello, 5 anni più piccolo. Lui, al contrario di me, è brillante. Ottimi voti, molti amici, esce, non rinuncia a niente. Sempre elogiato da mia madre. Io vedo la differenza di atteggiamento che mia madre ha con me e lui, e ne soffro. In più tra i miei le cose non vanno benissimo, litigano spesso. Mi sento colpevole. Perché penso che i miei non sono felici, che forse non lo sono perché i figli li prosciugano economicamente (non siamo benestanti) e mio padre, con due lavori, deve passare la notte alla scrivania a correggere compiti, preparare lezioni, vedere film da commentare al Cineforum…e va a letto all’alba, sfinito. Stravedevo per mio padre (ora è morto) e saperlo sempre a lavorare duramente costituiva per me l’obbligo di fare altrettanto, nell’idea che così sentisse di non essere solo. Solo “contro” a mia madre perfettina, solo con le sue responsabilità di padre. Mio fratello invece diventa sempre più viziato, sempre la star…e io pian piano mi faccio da parte, come per annullarmi, come per scomparire…e non a caso, per meglio attuare questo proposito, decido di mangiare ancora meno verificando il livello di “trasparenza”: mi peso una ventina di volte al giorno. In base agli esiti mi nego o meno una foglia di insalata…

Non vomitavo, perché ho il terrore del vomito. Prendevo purghe però. Insomma dimagrisco, tanto. Non ho più le mie cose. Ormai da un anno. Nessuno sembra accorgersi di niente. Le cosiddette amiche, hanno decisamente cose più importanti a cui pensare…

Io mi sento sempre più debole, mi gira spesso la testa, perdo i capelli che ormai non sono più lucidi…Ho 17 anni e nessun desiderio sessuale…Anzi: non me ne frega proprio niente.

Fino a quando mia madre, una sera, mi dice: “ma insomma, mangia un po’, mi sembri uno scheletrino…” e la rabbia parte, sorda…non è mai contenta…

Il furore cresce, cresce…però una parte di me ha paura: per me ormai stare a dieta è tutto: non ho nient’altro. Voglio essere magra, voglio dimagrire. Il solo pensiero di non potermi pesare mi manda nel panico.

Non accetto assolutamente l’idea di essere anoressica. Poi pian piano, devo ammetterlo, ed è difficile. Però sono sempre stata del parere che la realtà, anche se poi non hai la forza per cambiarla, devi avere almeno il coraggio per guardarla negli occhi. Così faccio. E s’insinua il dubbio. Forse sto sbagliando. Forse non sono più viva così…non c’è più gioia né voglia di vivere…è una dura lotta con quella parte che non si piace e vuole dimagrire a tutti i costi. Ma la Vita vince. Lotto contro me stessa con tutte le mie forze, con tutta la mia tenacia, con tutta la mia volontà. Ricomincio a mangiare, piano piano.

Ora ho più forza, mi sento bene…torno a pesi normali, il ciclo riprende…e da essere asessuata che mi sentivo, incomincio ad appropriarmi della mia femminilità. Inizia, l’ultimo anno di liceo, la guarigione: bigio la scuola, prendo dei 4! …e non me ne frega niente! E inizio a correre. Per me, per sentirmi viva, per sentirmi sana e forte. Non per migliorare o per le gare ma perché mi fa stare bene.

L’equilibrio lo trovo il primo anno di università: studio perché mi piace studiare. Non mi interessa più di tanto il voto che prendo. E inizio a fare atletica…scaricando finalmente tutta quella determinazione nelle gare, anche se non con temponi …ma sono contenta così.

Una cosa curiosa: non accennavo, al campo di atletica, al fatto che mio padre avesse fatto atletica leggera nella mia specialità e ad alti livelli…e a lui parlo solo timidamente, e di rado, dei miei risultati (e non è il caso, perché era un uomo che amava le persone, e non i loro “risultati”)…

C’era ancora il timore di non essere amata se non fossi stata all’altezza…E rimpiango un po’ questa cosa relativa a mio padre, perché lui è morto prima che la risolvessi del tutto, e non valeva la pena perdere tutto quel tempo, e ormai è tardi…Avremmo potuto parlare insieme di quella passione che ci accomunava. È un enorme rimpianto…Non vale la pena perdere tanto tempo con pensieri negativi e cupi di inadeguatezza, fanno solo male. Molte più persone di quelle che crediamo, o quantomeno quelle che contano, ci accettano ugualmente…

– FABIO –

Ho deciso di scrivere anche io una testimonianza: sebbene non abbia mai sofferto di disturbi dell’alimentazione, ho un’amica che è malata.

Lei è sempre stata una persona che non ama affatto mangiare (i cibi calorici e atipici la disgustano inspiegabilmente), ma questo non aveva creato problemi alla sua salute sino a due anni fa, quando cominciò a dimagrire a vista d’occhio.

Noi notavamo che i pantaloni le stavano sempre troppo grandi, e che aveva perso le curve femminili che la caratterizzavano, ma pensammo fosse una cosa destinata ad avere un termine.

Invece, la nostra amica divenne col tempo irascibile e molto nervosa, e la sua tendenza a studiare sempre diligentemente si acuì incredibilmente, trasformandosi in perfezionismo “a tutti i costi”.

Non solo, ma a poco a poco si isolò dal resto degli amici: perse completamente la voglia di ridere e divertirsi, e iniziò a rifiutarsi di uscire con noi, usando una serie di motivazioni assurde come pretesto, e finì per perdere le amiche più care che aveva, seccate dal suo atteggiamento nevrotico e ambiguo.

Quando chiedevamo che cosa mai avesse (poiché talvolta scoppiava a piangere senza apparente motivo) lei rispondeva che aveva qualche problema in famiglia, e che era da molto tempo che prendeva la pillola per aiutare la regolarità del ciclo.

Noi sappiamo che i suoi genitori sono persone competitive, che hanno sempre voluto che lei eccellesse più di ogni altro a scuola, mettendola in punizione quando in una versione andata male prendeva una sufficienza leggera come un 5,5.

Proprio per questo, qualche adulto provò a far notare il malessere della ragazza ai genitori, ottenendo il solo risultato di sentirsi rispondere in maniera molto scocciata, stroncando sul nascere nostre iniziative di questo genere.

Tuttavia, eloquenti esami clinici (che hanno rivelato preoccupanti squilibri ormonali) non poterono (fortunatamente) essere ignorati.

La nostra amica è ora in contatto con uno psicologo dell’alimentazione che l’ha ascoltata e le ha proposto una dieta ricostituente, basata sul lento e graduale recupero dei chili persi, e questo non può farci che piacere.

Lei ci assicura che i miglioramenti sono dal suo punto di vista molto soddisfacenti, anche se a noi sembrano, al contrario, scarsi.

Bisogna però dire che occorre parecchio tempo per poter vedere cambiamenti vistosi, per cui siamo, sebbene in pensiero, abbastanza fiduciosi.

Mi auguro che la mia testimonianza possa servire a fare capire l’entità di una patologia come l’anoressia, e magari che qualcuno possa captare i segnali e accorgersi della sofferenza di una persona vicina, avendo così l’opportunità di mettersi in gioco e aiutarla!

Un abbraccio,

Fabio

– RINA –

FAME

– Ore sette: mi devo alzare; il solo pensiero mi annienta.
Sarà ancora una giornata molto triste e faticosa.
Bisogna lavarsi, vestirsi e fingere di mangiare.
– Ore otto e trenta: sono arrivata al lavoro, l’impegno è enorme per me. Il fisico non ce la fa.
Ma con le energie nascoste, chissà dove, la giornata finisce.
– Ore venti: ho preso l’abitudine di andare a mangiare in sala, così non sono controllata
(almeno mi sembra). Non riesco, lo stomaco non esiste, quindi il cibo non può entrare.
Perché avrete capito, sono mesi che non riesco a mangiare.
Peso 38 kilogrammi. Non capisco cosa mi succede, devo chiedere aiuto.
Finalmente un bravo dottore diagnostica: ANORESSIA!
Non so cosa vuole dire questa parola, non la conosco. Lo capirò sulla mia pelle.
Bisogna andare da uno specialista, uno psichiatra.
E sarà il primo di una serie.
Vengo ascoltata e auscultata.
Non so rispondere a tutte le domande. Non è facile fare una diagnosi.
Il percorso sarà lungo e durissimo.
Non è facile stabilire perché, ad un certo punto della crescita, il corpo si rifiuta di mangiare,
di conseguenza, di crescere.
Perchè di questo si tratta: bisogna diventare adulti.
Cosa voglia dire diventare grandi, io non lo so! Oppure non lo voglio sapere.
Il mio ruolo ancora non è definito. “Comincia l’analisi.”
Le domande dello psicologo sono su tutti i campi.
Non è facile rispondere. Non è una regola matematica: ti è successo questo, allora sei così! Magari. Nonostante tutto questo, le cose non cambiano, anzi.
La giornata è sempre scandita dal terribile pensiero: MANGIARE.
Come altre persone, che soffrono di questa patologia, sanno che è una cosa devastante.
Non riesco a inghiottire altro che un formaggino o un piccolo pezzo di pane, in una sola giornata.
Ti continui a pesare e non ti rendi conto che 38 kilogrammi non sono un peso normale.
Ti guardi allo specchio e non ti rendi conto che non sei bella.
Poi si aggiungono altri problemi. Non riesci più a condurre una vita “normale”.
Molte volte l’anoressia è accompagnata da altri disturbi.
Angosce e attacchi di panico, che ti misurano la vita.
Non riuscivo più ad uscire di casa, se il percorso superava poche centinaia di metri, dico metri, non kilometri.
Una morsa si aggrappa al cuore e credi di morire ad ogni minuto.
Non riesci più a respirare, hai fame d’aria.
Uno di questi problemi è anche l’alcolismo, che permette di liberarsi da certi conflitti interiori.
Le persone che ti sono vicine, se non hanno una particolare sensibilità, non possono aiutarti.
Ma io credo che solo uno specialista, e non solo uno, possa iniziare il lavoro di ricostruzione della tua personalità e della tua crescita interiore.
Altro capitolo negativo dell’anoressia è il sesso.
Quasi un’equazione: sesso uguale a donna.
È ciò non è giusto, perché non sai ancora se vuoi essere donna. La cosa ti terrorizza.
Quindi rifiuti una delle cose, credo, più belle della vita: innamorarti.
Tu lo vorresti, ma capisci che non ce la fai.
Intanto il percorso psicologico va avanti, ma non vedo tanti risultati (lo attribuisco alla paura di cambiare), perché, sembrerà strano, ma anche se si sta male, hai paura di modificarti.
Passano lunghi mesi molto faticosi. E il corpo si degrada sempre di più.
Provo anche il vescovo guaritore, la mistica, che dicono faccia miracoli.
E passano anni di non vita.
Sono veramente distrutta, l’unico mio rifugio è il dormire. Altro non farei.
Poi finalmente, non ricordo come e quando, ad un pranzo mi accorgo di avere voglia di mangiare.
Con meraviglia mangio qualcosa con gusto.
Queste riflessioni le faccio dopo anni, ma al momento non mi rendo conto del meraviglioso cambiamento che il mio corpo mi chiede.
Una cosa che tutti fanno: mangiare.
Perchè se non vuoi morire, devi mangiare.
Ma l’anoressia ti porta a questo.
Prima si muore nell’anima, poi si muore nel corpo.
Non è un pasto che cambierà il mio percorso di vita, ma è un grande inizio.
Le cose sono andate sempre meglio. Con tante ricadute.
Ancora adesso, dopo anni sono seguita da uno psicologo.
Ma vorrei dire che la vita è stata molto pesante. Non ho fatto quello che avrei voluto fare.
Ancora adesso non faccio sempre quello che desidero.
Ma almeno vivo!
Consapevole che sono una persona labile, molto sensibile, che affronta con difficoltà i gradini della vita.
Una persona pronta ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà.
Quindi deduco che il mio destino era questo.
Ma non voglio lamentarmi, credo che se non avessi conosciuto il dolore, forse non avrei assaporato le piccole cose che ogni volta riuscivo a conquistare.
Le mie riflessioni, molto concise, sul percorso di una anoressia, siano di aiuto e di sprone per altri che stanno attraversando la stessa malattia, perché di questo si tratta. Però non disperate ce la si fa!

– FEDERICA –

Ho avuto qualche esitazione nello scrivere questa testimonianza; perché non sono mai stata toccata direttamente dall’anoressia, perché forse ciò che sto per scrivere non eguaglia per intensità ed entità l’esperienza di altre persone.

Tuttavia ho pensato che le mie parole, nella loro semplicità, potessero aiutare qualcuno. E così mi sono decisa a scrivere.

Da qualche anno pratico l’atletica. E’ uno sport che mi appassiona: mi dà la possibilità di accantonare lo studio e i problemi durante il tempo dell’allenamento, e di trovare divertimento e gratificazione pur nella fatica.

Il mio fisico, nonostante i frequenti allenamenti, non è mai stato del tutto “asciutto”, ma, soprattutto in alcuni periodi, ho provato ad avere qualche chilo in più rispetto a quello che chiamerei “peso-forma”. Non ho mai reagito a questo fatto in modo drastico, ma cercando di perdere questi chili in modo graduale e mantenendo una dieta il più possibile equilibrata.

Nella mia esperienza da atleta ho avuto un allenatore che inizialmente mi faceva semplicemente notare di avere qualche chilo in più, ed in seguito me lo faceva pesare, affermando che ciò aveva un’incidenza negativa sia sull’andamento degli allenamenti, sia su quello delle gare.

Fortunatamente il mio carattere mi ha dato la possibilità di non lasciarmi influenzare dalle sue considerazioni (anche perché non credevo, e non credo tutt’ora, che i miei chili in più fossero così tanto rilevanti) ma spesso queste cose mi infastidivano molto, diventavano difficili da sopportare e sbiadivano la mia voglia di andare volentieri agli allenamenti.

Ciò che mi stupisce è che questo allenatore, la stessa persona che diceva che fosse importante vivere l’atletica come un divertimento e come un momento di aggregazione (pur con il giusto e necessario impegno), evidenziasse gli “eccessi” del mio peso in modo così forte da farlo diventare un motivo di fastidio e da indebolire la mia passione, che avrebbe invece dovuto rafforzare.

Ampliando il discorso, vorrei far notare che così come la figura dell’allenatore, molti adulti che dovrebbero accompagnare i giovani in un percorso di crescita anche verso la stima di loro stessi, ottengano spesso, con le loro pressioni, il risultato opposto, lasciando tracce talvolta indelebili. Da ciò si può capire quanto sia importante tentare di sottoporre l’influenza di altre persone alla propria capacità di valutazione.

Ora non ho più questa persona come allenatore, ma i motivi della mia scelta non si limitano a ciò che ho appena raccontato.

Il gruppo di allenamento dove mi trovo attualmente è stato in grado di farmi superare ciò che è accaduto in precedenza, e di farmi considerare in modo ancor più idoneo il mio peso.

Ciò mi fa pensare che anche il gruppo in cui si è inseriti (che sia un gruppo sportivo o di qualsiasi altra natura), nel caso in cui sia esempio di una scala di valori “sana”, rappresenti un aiuto fondamentale nel processo di autostima e quindi di equilibrio per la singola persona.

Concludo con una piccola esortazione a riflettere: vale forse la pena di velare di tristezza ed ossessione una passione sana e vivace, allo scopo di guadagnare, forse, una maggior riuscita nell’applicazione della passione stessa? E ragionando più in generale: vale forse la pena di ricercare la perfezione esasperata del corpo (modello inneggiato dalla nostra società) se questa ricerca incupisce la serenità stessa della persona?

– BENEDETTA –

Quella che voglio raccontare è la testimonianza di una ragazza che dall’età di quindici anni ha cominciato a soffrire di disturbi alimentari: un’ altalena perennemente instabile che si fa spazio in una vita, ormai troppo sazia di solitudine e frustrazione. Quella ragazza sono io, una ragazza carina agli occhi di tutti, ma con un terribile inferno dentro che lentamente mi ha consumato per quattro lunghissimi anni, rubandomi così l’età che tutti dicono essere quella d’oro: la maggiore età, gli anni del liceo, dell’esame di maturità.
Tutto è cominciato con una banale e insignificante dieta, di quelle fai da te, quelle che si trovano nelle riviste patinate e che spiegano come perdere i kg di troppo a pochi mesi dall’estate. Il problema è stato però che il peso che ottenevo settimana dopo settimana non mi bastava più e forse inconsciamente, volevo gridare aiuto dal profondo del cuore, dal mio corpo, che ormai ridotto all’osso, parlava da solo. Anoressia è prima di tutto un lutto dell’anima, cos’è un lutto, infondo? È una perdita di qualcuno, di qualcosa: io avevo perso la voglia di vivere e di farmi spazio, la volontà di mettermi in discussione e avevo accolto come come una persona di cui ne era orfana mille attenzioni da parte del mondo e della gente, attraverso una spasmodica ricerca di considerazione e di riguardo, attenzioni che peró molte spesso erano piú legate al mio stato di malattia, che a Benedetta come persona.
Il termine “Anoressia” significa sintatticamente “senza appetito”, ma in realtà chi ne soffre è maledettamente affamato, di cibo sì, ma anche di gratitudine: se non posso controllare l’amore che mi viene dato da fuori, esercito la mia volontà su un qualcosa di molto più facile da controllare: il cibo, distruggendomi con le mie stesse mani. Una mia carissima professoressa del liceo mi aveva scritto una lettera molto bella e oggi voglio riportarne qui qualche passo: “ (…) quella che vedi e che vuoi cambiare, riducendola a qualcosa di piccolo piccolo, non è la vera Benedetta, è un’immagine distorta di te, perché la vera Benedetta è così bella e preziosa che non può essere ridotta a un essere debole e fragile! Nel tuo nome c’è già tutto: tu sei stata “detta bene”, sei stata voluta dal cielo, sei un dono …
E ti garantisco che se anche diventassi piccola piccola, quasi invisibile, nessuno smetterebbe di notarti, perché la tua forza e la tua dolcezza sono nel tuo sguardo e quello non può essere cancellato da niente! Ed è il tuo sguardo, il tuo temperamento, la tua grazia che ti rendono un essere prezioso, benvoluto da tutti … perché la gente intorno a te ti vuole bene, vuole il tuo bene Benedetta, me compresa (…)”. Qualche mese dopo, la malattia cambiò faccia e si presentò sotto forma di bulimia, l’altra parte della medaglia: mi abbuffavo di speranza, come se tutto ciò che ingoiassi avrebbe potuto colmare quel vuoto che si tratteneva in me. Agli occhi degli altri ero tornata in forma, ero sana ed ero in carne: mi procurava malessere soffrire disperatamente e vedere che il mio dolore era invisibili agli occhi degli altri, come se il mio aspetto esteriore potesse rispecchiare perfettamente i miei stati d’animo.
Alle abbuffate compulsive seguivano i digiuni, l’esercizio fisico eccessivo, schiantandomi di fatica per mandare via quei dannati sensi di colpa che facevano capolino dentro di me ogni volta che, in solitudine, consumavo l’intera dispensa di casa. Sei mesi dopo sono ricaduta ancora nell’anoressia, che ho affrontato in maniera più seria, essendo oramai ben consapevole del mio disagio. Il tempo e l’aiuto di persone speciali hanno fatto sì che le cose migliorarono: ho capito che da sola non riuscivo a guarire e ho avuto l’umiltà di chiedere aiuto, affidandomi a persone che mi hanno aperto gli occhi davanti alle mie tantissime qualità. Ora Benedetta è una ragazza di quasi venti anni che ha cominciato ad amarsi e a volersi bene, le ricadute ci sono sempre, ma fanno parte della vita e sono esse a far maturare le persone, perché come scriveva D’Avenia, “Ogni cosa bella, troppo spesso e’ quello che resta di un naufragio”.
Benedetta.

61 comments so far

  1. Carla on

    Ciao a tutti sono Carla,
    è da tanto tempo che voglio scrivervi la mia testimonianza ma troppe volte non trovavo le parole…
    Io rappresento l’altra faccia della medaglia: non ho vissuto l’anoressia su di me, ma ho visto questa malattia cambiare la vita di mia sorella, della mia inseparabile gemella…
    L’ho vista talmente vicina, che a volte mi sembra di averla vissuta io stessa, anche se so perfettamente di non aver provato le stesse sensazioni .
    Quelle poche volte che se ne parla,spesso ci si chiede come la famiglia non se ne accorga, come sia tanto cieca da non accorgersi che la propria figlia o sorella diventa piano piano uno scheletrino…ma non credete sia così facile, succede tutto all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno o meglio quando ci si accorge, spesso la malattia esiste da molto tempo e ci ritrova disarmanti di fronte ad essa.

    Prima che mi colpisse così da vicino l’avevo solo sentita nominare questa malattia, questa anoressia che mi pareva essere solo la “fissa” di alcune ragazze che non hanno altro a cui pensare.
    E invece non è così….è una malattia con la M, una malattia seria dalla quale non è facile guarire soprattutto perché non esistono farmaci, non esiste cura se l’interessata non vuole davvero guarire.
    Eh già, la vera cura è la DETERMINAZIONE A VOLER GUARIRE, altrimenti è tutto inutile.
    Quella stessa volontà di ferro che le caratterizza le ragazze anoressiche, quella volontà che fino a quel momento permette a queste ragazze di resistere alla fame che le divora, deve diventare la loro forza per reagire.

    Non ho vissuto l’anoressia personalmente, ma ciò combattuto a lungo contro ed è stato davvero dura.
    L’ho odiata tanto questa malattia che vedevo piano piano rubarmi la mia sorellina.
    Le ha rubato la sua voglia di vivere, il suo sorriso, la sua spensieratezza…. Tutto era diventato grigio, non voleva più uscire, nulla le interessava, non si divertiva più, amici, cugini..tutto era diventato pesante.
    Ed io,….non sapevo più che fare, ho cercato di starle vicina, di farle capire che cosa stava facendo, ho cercato a lungo di capirla; a volte mi sembrava di trovare l’idea giusta per capirla, per parlarle, ma subito dopo crollava tutto…

    Non l’ho vissuta io l’anoressia, ma l’ho vista rubare a mia sorella 2 anni (e forse più) della sua vita,vivendo la continua sensazione disarmante d’incapacità e di rimorso per non essermi accorta prima, per aver permesso che tutto accadesse e per non riuscire a darle un aiuto.
    È così, non si riesce a dar loro una mano, finchè non sono loro stesse a tendere le mano alla ricerca di un’altra.
    Devono proprio voler guarire: spesso prima ci provano da sole e solo quando sono stremate dall’anoressia, quando la odiano ma vedono che da sole non riescono, quando capiscono che la soluzione sta nel chiedere aiuto, allora si incomincia a vedere uno spiraglio di sole nell’oscurità delle tetra vita creata dall’anoressia.
    Il vero compito di chi vive accanto a queste ragazze, di chi vuole loro bene, è continuare a dir loro che si può sconfiggere questa malattia, far loro conoscere i modi per guarire, i centri specializzati che possono aiutarle e non smettere mai di ribadire che l’anoressia è una malattia seria, con la quale si rischia davvero molto, anche la morte, ma dalla quale si può guarire, solo volendolo…è dura ma si può!!!

    Da un punto di vista atletico, ho visto l’anoressia rubare a mia sorella quel trenino per la nazionale che era riuscita a prendere quasi per gioco; le ho visto rubarle quella spensieratezza con la quale entrava in gara per la voglia di divertirsi dando il massimo….ma soprattutto ho visto l’anoressia rubarle la voglia di correre per correre perché l’atletica era diventata solo un modo di sprecare…

    Poi…..HA CHIESTO AIUTO e L’HA TROVATO, in un centro di Bergamo (CdA Centro disturbi alimentari Istituto Palazzolo Via San Bernardino Bergamo)
    È stata dura ma era tutta una fatica diversa; sono stati 3 mesi lunghissimi per me e credo indimenticabili per lei.
    Piano piano ho visto riaffiorare la mia E. di sempre…è stato bellissimo!…riscoprire che dopo tanto tempo c’era ancora la mia sorellina, con lo stesso sorriso, la stessa spontaneità, la stessa voglia di vivere..stupendo!il percorso non è durato solo 3 mesi, perché l’anoressia è una malattia tosta e per vincerla c’è solo un modo:essere più tosti di lei. Possono succedere delle ricadute, ma dopo una caduta si impara a rialzarsi e a non inciampare più.

    Ed ora????
    A distanza di qualche anno, quando vedo mia sorella correre, ripenso a tutto quello che sta dietro a quella sua falcatina leggera…alla forza di volontà e a quella sua voglia di correre che le hanno permesso di reagire all’anoressia, di non appendere le scarpette al chiodo quando al rientro in pista sono arrivate le prime “batoste”….. e mentre corre vedo il suo sguardo fisso in avanti, determinata a dare il massimo, a stupire, testimoniando, semplicemente correndo, che la vera forza sta dentro di sé ed è questa forza il segreto per vincere la gara più importante, quella della VITA, perchè la vita è spettacolare e vale proprio la pena di essere vissuta!

  2. fabio on

    trovo particolarmente significativo questo intervento: dev’essere stato atroce vedere soffrire la propria sorella senza sapere come poter fare per aiutarla… ma, come dimostrano tutte queste testimonianze, sconfiggere l’anoressia si può eccome, perchè sappiamo essere MOLTO PIù TOSTI di essa!

  3. Sara on

    Dopo aver visitato il vostro stand a Martinengo e aver scambiato quattro chiacchiere con voi, leggere le vostre testimonianze su questo sito mette i brividi…

    Sono straconvinta che stiate facendo la cosa giusta!

    Forza e costanza, non demordete che il tempo vi darà ragione!!!!!

    p.s. per qualsiasi aiuto sapete dove trovarmi!

  4. sara on

    io soffro di anoressia.
    peso 32 kg
    sono seguita
    ma penso, e credo forse che una parte di me lo voglia, di non uscirne, non ho voglia nessuna volontà, quella che c era se ne è andata.
    e ora non so non so

  5. ... on

    ora vorrei sentirmi dare una risposta ad un dubbio che mi assale in questi ultimi mesi.
    quando la tua vita ruota intorno alle calorie ingerite in una giornata, quando vai in palestra ma non ti importa dei muscoli da tonificare, bensì delle calorie da perdere, quando se anzichè 45 kg ne pesi un giorno 45.4 kg e ti senti grassa anche se sai benissimo di essere perfetta così come sei, forse un po’ troppo magra ma comunque bella, quando il cibo diventa un’ossessione, ecco questa si può definire già anoressia?
    premetto che non sono mai stata grassa, nè leggermente sovrappeso, anzi la mia corporatura è sempre stata longilinea ma con le frome giuste, soltanto l’anno scorso ho assunto dei farmaci che mi han portato ad ingrassare fino ai 52 kg, ora oscillo tra i 45 e i 45,4, non lo so cosa mi stia succedendo, so solo che credo di essere abbastanza intelligente da non voler entrare in nessun tunnel senza vie d’uscita.

    • laura on

      Guarda secondo me è un aspetto k ricollega all’anoressia..xk anke io ho il tuo stesso preoblema..peso 48 kg e sono alta 1.72..ho il terrore di ingrassare se peso qlk grammo in +nn riesco a guardami allo specchio perchè mi vedo grassa..
      vorrei veramente riuscire a togliermi questa ossessione anch se dico la verità vorrei raggiungere lo scopo..dimagrire ancora..nn riesco a fermarmi..e questo m dispiace.
      Adesso non so nemmeno se ho fatto bene a parlare di me..perchè è la prima volta che ne parlo.

      • associazionevita on

        Io credo che tu abbia fatto benissimo a parlarne, perchè nonostante tu voglia dimagrire ancora, riconosci di star male. E’ un passo importante e sappi che se avrai voglia di parlarne noi ci saremo.
        un abbraccio
        Flaminia

  6. ivana on

    Ciao a tutte ho visitato pco fa un sito pro ana è terribile………. questo sito mi dà un pò di conforto e di speranza…….. ho sofferto di anoressia per tanti anni e poi di bulimia anzi credo proprio di essere nata anoressica….. adesso ho 27 anni sono “guarita” fisicamente …ma dall’anoressia nn si guarisce mai… le ossessioni per il peso la voglia di essere perfetta ti accompagnano per tutta la vita.
    l’anoressia è una malattia dell’anima…gli effetti più evident sono sul corpo ma è l’anima che piano piano dimagrisce e sparisce con il tuo peso.
    Ditro questo disturbo nn c’è la seplice ossessione di essere magre e belle…… è una fame di amore……un modo per punirsi di nn essere state amete….. è un modo come un altro per uccidersi.non per attirare l’attenzione ….ma per diventare invisibili
    Ringrazio tutti con affetto auguro buon anno a tutte

  7. associazionevita on

    RISPOSTA ALLA TESTIMONIANZA DEL 23 DICEMBRE 2008

    Ciao io non so se tu possa definirti un’anoressica, ma posso dirti che descrivi perfettamente quello che vivevo io.
    Io non sono mai stata grassa, pesavo intorno ai 48-49 kg, ad un certo punto ho iniziato a dimagrire, e da quel momento si è innescato in me un meccanismo ossessivo.
    Il primo pensiero al mio risveglio era cercare di non mangiare, mi pesavo 20 volte al giorno, continuavoa dimagrire, ma se un giorno pesavo un etto in più era un dramma anche se avevo perso parecchi kg.
    Non mi sentivo grassa, ma non mi bastava essere così magra, continuavo a muovermi e l’unica cosa che mi importava era perdere peso, la motivazione che mi aiutava asopportare la fatica durante la pratica sportiva era la prospettiva di bruciare grassi.
    Ti posso dire che quello è stato l’inizio di un calvario. Per tanto dovresti parlare con qualcuno e cercare di capire cosa c’è che non va..perchè credimi in questi casi c’è sempre qualcosa che non va.
    Io mentivo a me stessa dicendo che andava tutto bene, una psicologa mi ha aiutato a capire che cosa mi faceva stare male e mi ha aiutato, non è stato un percorso facile ma ora sto bene.
    Non voglio spaventarti,essendoci passata, quello che posso fare è portarti la mia testimonianza e dirti quello che ho fatto per uscirne. Anche perchè il problema non è se sei o se diventerai anoressica, il problema è che ora hai un rapporto conflittuale con il cibo e con il tuo peso e che questa cosa non ti fa stare bene… perciò è bene che lo risolva, prima che peggiori.
    Un abbraccio
    Giulia

  8. associazionevita on

    RISPOSTA ALLA TESTIMONIANZA DEL 31 DICEMBRE 2008

    Come prima cosa voglio farti i complimenti per il commento, le tue parole mi hanno toccato, hai espresso pefettamente quello che penso.
    Io credo che tu abbia ragione, di anoressia non si guarisce, ma è possibile imparare a conviverci.
    Un giorno ti accorgi che hai ripreso il controllo della tua vita, ti senti finalmente libera dall’ossessione di cui eri schiava, senti di avercela fatta, il pensiero di quello che mangerai non è più il primo pensiero al tuo risveglio e neanche l’ultimo prima di andare a dormire. Il problema è che ogni volta che la vita ti ferisce e che ti trovi ad affrontare qualche difficolta l’anoressia viene a bussare alla tua porta. E’ difficile da spiegare, ma è come se in quei momenti, privarsi del cibo sia l’unico modo per sentire meno male.
    L’anoressia diventa un’arma che si ha per controllare la propria sofferenza, al pari di un antidepressivo il solievo è immediato, salvo poi restituirti la tristezza e la sofferenza con gli interessi. Interessi che si pagano cari.
    Avere il controllo su quello che si mangia ti fa sentire forte, è come se tu in qualche modo controllando ciò che entra nel tuo corpo possa riuscire a mettere ordine sul disordine quotidiano, sui pensieri che rumorosamente affollano la mente, sui problemi.
    Parlare di queste cose non è mai facile, credo che l’unica cosa sia quella di sapere che c’è sempre la possibilità di ricaderci, specialmente nei momenti in cui siamo più vulnerabili. E’ come con l’alcol e con le droghe una volta che si è entrati nel tunnel è possibile uscirci..ma è anche possibile ricaderci.
    L’unica soluzione è farsi trovare pronti, cercare di capire che bisogna volersi bene anche quando sembra impossibile e che punirsi è una cosa stupida, ed inutile.
    Che siamo persone che hanno diritto a godere di tutta la felicità possibile come tutti gli altri.
    E che al mondo c’è sempre qualcosa per cui valga la pena vivere..basta saper cercare e non arrendersi mai.
    Buon 2009 anche a te
    Giulia

  9. ivana on

    Si è vero vale sempre la pena combattere per la vita.La vita è il bene più prezioso…la vita è meravigliosa ….
    Sono le cose che mi sono sempre ripetuta dentro di me soprattutto quando ero “malata” il problema credo è che spesso chi ha problemi alimentari nn è che nn ami la vita anzi….spesso crede erroniamente che è la vita a nn amare lei…!!!!
    E’ la mancanza di autostima il poco amore per se stesse che ti porta a credere di non meritare di vivere e di essere felice.
    Nel periodo più buio della mia vita sono arrivata a pesare 36 kili e mi vedevo grassa…… il giorno mi guardavo per ore allo specchio,mi contavo le ossa…. ero felice,mi sentivo forte padrona del mio corpo del mio piacere e dolore padrona della mia anima.
    Spesso questi disturbi capitano a chei ha vissuto episodi di schock nei quali eri impotente.
    Ho subito 2 lutti in 1anno emezzo delle due persone più importanti della mia vita,problemi economici, e tanti altri.
    Il cibo è affettività nn dimenticatelo mai chi si priva del cibi…o chi si abbuffa e poi vomita nn combatte con un piatto di pasta,con la pizza ecc…ma con i baci ,le carezze,l’amore l’affetto LA VITA!!!!
    Vorrei dire solo un’ultima cosa tempo fà sono stata da una psicologa …….sapete spesso i disturbi alimentari sono il riflesso di un abuso subito da piccola ,abuso che la mente ha cancellato……ma che lìil corpo e l’anima ricorderanno sempre.
    Grazie a tutti voi
    Stare bene con se stessi è meraviglioso…ma nn fatevi ingannare da i perbenisti!!!!!!!! E’ un traguardo difficile da raggiungere nn solo per “noi” ma per chiunque
    Baci Ivana

  10. Giuli@ on

    Mi sono trovata x caso su qst sito, io sto passando uno dei peggiori momenti. Ho solo 14 anni ma sto già affrontando il problema dell anoressia!Ho smesso di mangiare circa 1mese fa e sto continuando questa cosa cm se fosse un gioco.. AIUTO! Lo chiedo qui xkè magari ce qualcuno ke mi può aiutare!.. Ho paura di toccare il cibo cosa posso fare?? vi prego aiutatemi!

  11. associazionevita on

    Ciao Giulia,
    Anche io mi chiamo Giulia:) e anche io cm te ho iniziato per gioco, o meglio ho iniziato con spensieratezza con l’incoscienza che hai a 14 anni, forse per noia, forse per voglia di attenzione o forse solo per essere più magra. Il problema è che poi non mi bastava essere più solo magra volevo essere magrissima e dopo ancora la più magra.
    Anche io come te avevo raggiunto la consapevolezza che quello che facevo era sbagliato, ma mangiare era diventata come una droga, L’unica cosa che realmente importava, l’obiettivo di ogni mia giornata era mangiare sempre meno e pesare sempre meno.
    Il fatto di capire che quello che si sta facendo è sbagliato non vuol dire guarire, perchè almeno per quanto mi riguarda seppur cosciente che la strada che stavo per imboccare mi avrebbe portato sul bordo di un precipizio, non riuscivo a trovare la forza di smettere. Sapevo che era sbagliato, ma non riuscivo a smettere, o forse non volevo riuscirci.
    Ad ogni modo stai tranquilla è possibile guarire ed io come molti altri ne sono la prova.
    Un abbraccio
    Giulia

  12. egle on

    è difficile capire che cosa succede dentro di te. io non combatto la fame ,non la sento.

  13. elena on

    Ciao a tutte/i,
    volevo ringraziarvi per aver lasciato testimonianze così lucide e infine anche incoraggianti. Sono una donna di 28 anni, anoressica, mi verrebbe da dire, da sempre…In un momento di dolore e confusione sono ricaduta in questa patologia terribile, dopo domani ho il mio primo colloquio con un nuovo terapeuta per l’ennesima battaglia. Mi sento sfinita e disperata, ma so che ce la posso, e ce la devo, fare. ‘E’ dura, ma passa’ hanno scritto in una precedente testimonianza. stasera leggendovi trovo un po’ di coraggio, vi penserò tanto giovedì…
    Un abbraccio e grazie di nuovo

  14. Anonimo on

    si è belli per come si è.. non sono magrissima mi reputo normale..e sono contenta di avere qualche chilo in più.. invito tutte le ragazze a non pensare che

  15. naike faienza on

    ragazze io stasera devo andare, come ogni settimana dal mio psichiatra, pesavo 38 kg per 170cm ora sono arrivata dopo 1 anno a 58 kg e sapete cosa vi dico sono molto più bella, non sembro più una sopravvissuta, sembro una persona che vive ed ama la vita, incluso il cibo, amarsi significa accettare il nostro corpo anche se non è perfetto, se ci amiamo possiamo amare è bellissimo amare e permettere che gli altri ci amino la vita è breve, perchè sprecarla dietro ad una finestra? vi prego non lasciate che vi scivoli via assaporatela, uscite dal biuo il sole è caldo ve le garantisco un bacio

  16. marina on

    Ciao… mi chiamo Marina, ho 14 anni e studio danza da 9 anni. Mi alleno quotidianamente per circa 2-3 ore.
    Sono sempre stata molto magra poichè lo sono costituzionalmente, ma nonostante questo, qualche mese fa avevo deciso che dovevo dimagrire. E ho iniziato con una semplice dieta “da ballerina”, che è diventata una vera e propria ossessione. E ho iniziato a dimagrire. Mia mamma aveva capito tutto, e mi teneva perennemente sotto controllo, mentre il mio papà si fidava troppo di me, e nonostante la mia perdita di peso non riusciva a capire che avevo bisogno di aiuto.
    Si erano accorte della mia situazione anche le mie insegnanti di danza, che mi hanno parlata.
    Una sera arrivò una chiamata da parte della mamma di una mia amica, che diceva ai miei genitori di aiutarmi perchè stavo male. Mio padre non reagì bene, e mi rimproverò minacciandomi di togliermi la DANZA, che è la mia vita. Questo però non mi aiutò affatto, anzi, peggiorò ulteriormente la mia situazione. Poi la mancanza di meustrazioni (non ho il ciclo da 7 mesi). Ci siamo rivolti alla mia dottoressa. Ora sto meglio fisicamente, ma mentalmente no. Sono riuscita a parlarne con mia madre, che mi sta aiutando tantissimo, ma nonostante questo non riesco a non avere paura di ingrassare, a non controllare ogni volta le calorie che assumo e quelle che brucio, non riesco più ad avere il controllo del cibo, sto iniziando cn le abbuffate e non posso fare a meno della bilancia. I miei genitori mi vorrebbero portare da uno psicologo; ma la nostra situazione economica, attualmente, è un pò critica, ci sono già tante spese, e insomma lo psicologo richiede molti soldi.
    Tutti mi controllano, ho gli ochhi addosso dei miei parenti, dei miei amici e questa situazione mi sta facendo diventare matta. Mi sento sempre molto triste, mi viene sempre voglia di piangere, voglio solo ballare, e spesso vorrei cambiare la mia vita perchè mi rende infelice; vorrei studiare danza fuori la mia città che non offre nulla per questa meravigliosa arte, vorrei allontanarmi da tutti e ricominciare tutto di nuovo, vorrei non avere più l’ossessione del cibo che mi sta uccidendo. Spero che mi rispondiate.
    Un bacio.
    Mary

    • patrizia on

      cara mary
      io non so in quale parte d’italia vivi,ma prova ad informarti,presso le usl di zona ci sono servizi gratuiti,per la mia esperienza come osa sia presso i domicili che presso le strutture posso assicurarti che funzionano egregiamente…in toscana in provincia di livorno per esempio la struttura chiamata stella maris offre un valido aiuto ed e’ specifica per disturbi sia psicologici che neurologici.In molti casi si puo’ richiedere un sussidio economico per l’assistenza medica ,puoi informarti presso lo sportello donna esistente in ogni comune…sono gentili e disponibili,non arrenderti ci sono strutture pubbliche che funzionano ,e sussidi economici che non conosciamo ma che esistono
      fammi sapere e…in bocca al lupo…..non aver paura di ingrassare ..la gente non ti guarda attraverso la bilancia…vuol vedere e vede solo il tuo cuore,vuole solo i tuoi sorrisi,e vuole vederti felice…promettimi una cosa da domani ti guarderai davanti allo specchio e dovrai ripeterti finche’ ne avrai vogli ama con covinzione ,io sono bella…io sono bella ……e io aggiungo …tu sei bella ,tu sei bella, tu sei bella,tu sei bella …e poi vai su un sito che parla di fame nel mondo….guarda quei bambini e mangia una qualsiasi cosa per loro…loro vorrebbero mangiare ma non possono,tu fallo per loro….ti sto suggerendo un motivo per reagire…magari non funzionera’ ma tu prova,e non ti arre3ndere io non lo faccio,credo in te
      ti abbraccio con affetto

  17. patrizia on

    care ragazze
    ho letto i vostri commenti,dopo aver letto tutti i commenti che sul sito di girlpower facevano su quelle ragazze che ancora non sono uscite dall’anoressia e che si espongono pur di essere un monito alle altre ragazze che potrebbero correre il rischio di diventarne schiave.
    ho letto critiche sul fatto che sembrano orgogliose di esserci passate ,critiche sul fatto che chi fa queste trasmissioni lo fa per l’odience…..sono mamma e nonna , ho 50 anni, non sono mai stata anoressica perche’ il mio stress l’ho combattuto grazie al fatto di dover mantenere due figlie…vorrei solo dire che col cuore vi sono vicina,che non credo che chi presenta queste trasmissioni lo faccia per l’odience ,offrono il mezzo televisivo alle ragazze che lanciano un appello per essere aiutate perche’ non possono sostenere le spese per le terapie ,danno modo a queste ragazze di sentire l’appoggio morale delle persone,perche’ il piu’ delle volte sono ragazze sole,a chi critica vorrei fare solo una domanda…non e’ che le strane sono loro ,non e’ che vedere la sofferenza altrui ferisce la loro coscienza,disturba la loro serenita’?a me queste cose risvegliano solo una gran voglia se ne avessi la possibilita’ di fare qualcosa di utile per loro.
    posso solo aggiungere che a volte essere ascoltati e’ gia un aiuto…io sono qui ,non sono nessuno ma ho un cuore e anche molto sensibile ,voglio bene a tutte voi anche se non vi conosco e vi sono vicina …vi abbraccio forte

  18. chia on

    vorrei solo dire a tutti quelli che leggeranno queste pagine, che si può sconfiggere. Certo ci vuole pazienza e molto autocontrollo, ma credo che quello non manchi a coloro che cadono nel “tranello”. Forza, sensibilità, voglia di essere capiti e di essere per tutti un punto stabile al cui appoggiarsi, sono forse solo poche delle qualità di molte ragazze colpite. la bellezza è solo apparenza e non può contare più della vita. in fondo non è possibile piacere o essere capiti da tutti, anche se le nostre intenzioni saranno sempre l emigliori del mondo, esisterà sempre qualcuno che ci ricorderà la nostra impotenza e l’impossibilità del successo delle nostre azioni. e allora?? vale veramente la pena massacrarci, autolesioonarci dentro e trasparire così fragili e scoperti ai dolori della vita? è vero che ci sono tanti altri aspetti che ci possono sembrare altrettanto dolorosi e magari indurci a pensare che ” a ognuno il suo male”.; ma vi sembra la stessa cosa stare male per un amore fallito, per un affare andato male o per il costante giudizio della gente, per il rifiuto di uno dei migliori piaceri della vita che si traduce con il conseguente rifiuto della vita. Rifiuto di un dono che si può sfruttare una volta sola e credo sia giusto anche far fruttare per poterlo donare ad altre persone. invece no, ci si chiude in se stessi credendo di proteggerci, ma in realtà non è così, in realtà quel nostro stesso malessere, quella malattia, ci viene da dentro e il solo modo per sconfiggerla è aprirsi, aprirsi al mondo, alla vita, alle delusioni si, ma quelle di amori, giochi, studi, lavori…perchè questo fa parte della vita e va accettato e vissuto al meglio, in modo da imparare qualcosa di costruttivo, invece se non uscimo ( e so che a volte è la debolezza che preval epiù che la voglia o la paura del giudizio degli altri, se non parliamo, sarà solo la voce del male intriso dentro di noi che ci avvolgerà e finirà per soffocarci. non ci si rende conto quando arriva e non ci si rende conto nemmeno qundo ci distrugge, ma se impariamo ad ascoltare le voci di coloro che ci circondano, che ci vogliono bene e soprattutto ragioniamo con la voce del cuore, allora possiamo uscirne fuori. perchè ciascuno di noi ha una parte buona dentro di sè e una cattiva, l’importante è mantenere l’equilibrio, cercando di far prevalere la prima naturalmente. Ma quando non ci si riesce, e l’altra parte prende il sopravvento bisogna lavorare molto con se stessi, alla ricerca dell’altra, che non se n’è andata, ma semplicemente rifugiata da qualche parte in attesa di una nostra svolta, di una nostra presa di mano…
    allora mi raccomando, forza e coraggio, perchè noi sappiamo chi siamo e niente, nemmeno la nostra mente confusa può distoglierci dalla verità, non deve assolutamente illuderci di essere felici, di essere appagati col raggiungimento di una semplice linea, no!!
    tutto questo alla fine infatti finirà, e cosa avremo ottenuto?
    ci saremo perse magari irreversibilmente anni fiorenti, spensierati, la possibilità di divertirci e nel peggiore dei casi di dare alla luce un figlio……….
    sono con voi.

  19. NUNZIA on

    IO STO USCENDO DALL’ANORESSIA DOPO 15 ANNI DI MALATTIA, HO SCRITTO UN LIBRO CHE RACCONTA LA MIA LUNGA STORIA, “IL VUOTO DENTRO”. HO AVUTO 13 RICOVERI, HO RISCHIATO LA MORTE, MA ORA LA STO SUPERANDO, HO GIA PRESO DIECI KG, SONO ANCORA MAGRA, MA HO INTENZIONE DI PRENDERNE ALMENO ALTRI CINQUE.
    NON PERDETE MAI LA SPERANZA.

    • ARCANGELA on

      CIAO NUNZIA…IO SONO ANGELA, ANNCH’IO SONO ANORESSICA. LA TUA TESTIMONIANZA E’MOLTO BELLA PERCHE’ SIGNIFICA CHE NON E’ MAI TROPPO TARDI PER RICOMINCIARE! IO HO ANKE 2 BAMBINI 6 E 3ANNI…E GRAZIE A LORO QUANDO STO PER TOCCARE IL FONDO MI VIENE VOGLIA DI “RIPRENDERMI” MA POI CI RICADO DI NUOVO…E COSI’ CONTINUO DA 2 ANNI…MA VOGLIO CREDERCI: QUALCQUNO CE L’HA FATTA,COME TE, ANCHE IO POSSO FARCELA! A PRESTO, MAGARI CON QUALCHE BUONA NUOVA NOTIZIA!

  20. ioooooo on

    hai proprio rgionw

  21. Anonimo on

    Ciao a tutte. Ho trovato questo sito cercando testimonianze di ragazze guarite dall’anoressia. Sono rimasta molto contenta di leggere quanto impegno ci avete messo e ci mettiate per combattere contro questa brutta malattia. Io mi ammalai di anoressia agli inizi del 2004, allora avevo 18 anni. Tutto iniziò quasi per gioco, non so cosa mi succedesse, ma volevo solo perdere peso (ricordo che dissi “voglio che il mio stomaco sia sempre vuoto”. Solo questo mi dava la forza). Subito a casa non si accorsero di nulla. Ma poichè io non ero grassa, pesavo circa 48-49 Kg, i primi chili persi si sono subito visti. Mangiavo sempre meno e volevo mangiare da sola. Mia madre si insospettì e i miei primi incontri con “specialisti” (lo scrivo tra virgolette perchè purtroppo ho conosciuto molti incompetenti e per questo non mi sento di dire grazie a nessun medico) iniziarono quando pesavo 40 Kg. Nulla poteva fermarmi. Presi la maturità con un peso di 33 Kg. Poi iniziò il vero calvario. Iniziò un periodo di ricovi dietro l’altro. Io ero arrabbiata con il mondo. Mi dicevo “Pechè sti stronzi mi devono fare ingrassare. Mangino loro. Sarò libera di vivere come voglio”. Ne ho viste davvero di brutte (sondini, cateteri, legata ad un letto per essere nutrita, flebiti..). Cose che non auguro a nessuno. Ti senti un oggetto nelle mani degli altri. E’ terribile non poter gestire la propria vita ma essere nelle mani di quei mostri. Hanno sempre e solo voluto farmi mangiare ma nessuno si preoccupava di curare i miei disagi alla base della malattia. Il non mangiare è il sintomo ma la malattia vera sta in fondo al cuore e c’è bisogno di qualcuno che con amore ci aiuti a capire cosa sia e ad affrontarla. Continuai a perdere peso e toccai il minimo storico dei 29 Kg per 1,68 m. Piangevo ero triste e non facevo più nulla. Poi iniziò un periodo orribile di anoressia-bulimia, con sempre maggiore prevalenza di bulimia. Non sono mai stata seguita come si deve. Incontrai solo una dietista speciale, un ottimo medico e uno psichiatra. Grazie a quest’ultimo iniziai a capire un pò di cose, a capire che ero qualcuno non per quello che pesavo, ma in quanto io, E.M. Ho iniziato a credere in qualcosa soprattutto quando vidi la mia sorellina gemella che avrebbe iniziato l’università ed io, ivece, a causa della malattia, dovevo rinunciare. Mi sentivo una fallita. Stavo buttando via la mia vita. Ho iniziato ad aggrapparmi al sogno di diventare dietista. Ce l’ho fatta. Adesso ad ottobre di quest’anno mi laureerò e poi ho già idea di continauare a studiare mentre cercherò lavoro. Non è stato facile. Ma credere che valiamo anche noi. Io mi sono aggrappata con le unghie ad un sogno e pian piano ho superato i momenti più bui. Ora sono felicissima e spero tanto di poter aiutare tante ragazze che soffrono. Per questo ho deciso di prendere questa laurea, per essere d’aiuto nel concreto. Poi la prossima laurea sarà in psicologia, in modo tale da avere la formazione totale per trattare i diversi casi. Questi sono i miei prossimi obiettivi ai quali mi aggrappo con tutto il cuore e la gioia. Ragazze se ce l’ho fatta io, che ero davvero l’opposizione più totale verso qualunque forma di aiuto, potete farcela anche voi. Scoprirete come sarà bello mangiare di tutto e non ingrassare. Mangiare di tutto ed essere felici. Mangiare di tutto senza dover calcolare le calorie di una briciola di pane. Mangiare di tutto senza correre per bruciare calorie, ma correre per piacere. Mangiare la vita. Ragazze non buttate gli anni più belli. E’ triste pensare che non torneranno mai più. All’improvviso ci si trova con 2-5-10 anni in più e qualli passati con la malattia, saranno anni di vita mancanti, senza gioia e senza felicità. Si può recuperare è vero, ma mancheranno. Meno ne vivrete con ana e mia e più ne avrete per essere serene. Ragazze sono con voi!! P.S.ricordate che alla maggior parte delle persone non interessa se volete distruggervi la vita. Non ci metteranno nulla a lasciarvi in un angolo. Non vale la pena distruggersi per gli altri. Imparate ad amarvi con piccoli gesti quotidiani: la gioia di un bagno caldo, la lettura di un buon libro, la gioia di prepararvi i vostri pasti COMPLETI, la gioia di sorridere di nuovo. Sono con tutte voi e vi abbraccio fortissimo. E.M

  22. kitty on

    Ciao a tutte. Ho trovato questo sito cercando testimonianze di ragazze guarite dall’anoressia. Sono rimasta molto contenta di leggere quanto impegno ci avete messo e ci mettiate per combattere contro questa brutta malattia. Io mi ammalai di anoressia agli inizi del 2004, allora avevo 18 anni. Tutto iniziò quasi per gioco, non so cosa mi succedesse, ma volevo solo perdere peso (ricordo che dissi “voglio che il mio stomaco sia sempre vuoto”. Solo questo mi dava la forza). Subito a casa non si accorsero di nulla. Ma poichè io non ero grassa, pesavo circa 48-49 Kg, i primi chili persi si sono subito visti. Mangiavo sempre meno e volevo mangiare da sola. Mia madre si insospettì e i miei primi incontri con “specialisti” (lo scrivo tra virgolette perchè purtroppo ho conosciuto molti incompetenti e per questo non mi sento di dire grazie a nessun medico) iniziarono quando pesavo 40 Kg. Nulla poteva fermarmi. Presi la maturità con un peso di 33 Kg. Poi iniziò il vero calvario. Iniziò un periodo di ricovi dietro l’altro. Io ero arrabbiata con il mondo. Mi dicevo “Pechè sti stronzi mi devono fare ingrassare. Mangino loro. Sarò libera di vivere come voglio”. Ne ho viste davvero di brutte (sondini, cateteri, legata ad un letto per essere nutrita, flebiti..). Cose che non auguro a nessuno. Ti senti un oggetto nelle mani degli altri. E’ terribile non poter gestire la propria vita ma essere nelle mani di quei mostri. Hanno sempre e solo voluto farmi mangiare ma nessuno si preoccupava di curare i miei disagi alla base della malattia. Il non mangiare è il sintomo ma la malattia vera sta in fondo al cuore e c’è bisogno di qualcuno che con amore ci aiuti a capire cosa sia e ad affrontarla. Continuai a perdere peso e toccai il minimo storico dei 29 Kg per 1,68 m. Piangevo ero triste e non facevo più nulla. Poi iniziò un periodo orribile di anoressia-bulimia, con sempre maggiore prevalenza di bulimia. Non sono mai stata seguita come si deve. Incontrai solo una dietista speciale, un ottimo medico e uno psichiatra. Grazie a quest’ultimo iniziai a capire un pò di cose, a capire che ero qualcuno non per quello che pesavo, ma in quanto io, E.M. Ho iniziato a credere in qualcosa soprattutto quando vidi la mia sorellina gemella che avrebbe iniziato l’università ed io, ivece, a causa della malattia, dovevo rinunciare. Mi sentivo una fallita. Stavo buttando via la mia vita. Ho iniziato ad aggrapparmi al sogno di diventare dietista. Ce l’ho fatta. Adesso ad ottobre di quest’anno mi laureerò e poi ho già idea di continauare a studiare mentre cercherò lavoro. Non è stato facile. Ma credere che valiamo anche noi. Io mi sono aggrappata con le unghie ad un sogno e pian piano ho superato i momenti più bui. Ora sono felicissima e spero tanto di poter aiutare tante ragazze che soffrono. Per questo ho deciso di prendere questa laurea, per essere d’aiuto nel concreto. Poi la prossima laurea sarà in psicologia, in modo tale da avere la formazione totale per trattare i diversi casi. Questi sono i miei prossimi obiettivi ai quali mi aggrappo con tutto il cuore e la gioia. Ragazze se ce l’ho fatta io, che ero davvero l’opposizione più totale verso qualunque forma di aiuto, potete farcela anche voi. Scoprirete come sarà bello mangiare di tutto e non ingrassare. Mangiare di tutto ed essere felici. Mangiare di tutto senza dover calcolare le calorie di una briciola di pane. Mangiare di tutto senza correre per bruciare calorie, ma correre per piacere. Mangiare la vita. Ragazze non buttate gli anni più belli. E’ triste pensare che non torneranno mai più. All’improvviso ci si trova con 2-5-10 anni in più e qualli passati con la malattia, saranno anni di vita mancanti, senza gioia e senza felicità. Si può recuperare è vero, ma mancheranno. Meno ne vivrete con ana e mia e più ne avrete per essere serene. Ragazze sono con voi!! P.S.ricordate che alla maggior parte delle persone non interessa se volete distruggervi la vita. Non ci metteranno nulla a lasciarvi in un angolo. Non vale la pena distruggersi per gli altri. Imparate ad amarvi con piccoli gesti quotidiani: la gioia di un bagno caldo, la lettura di un buon libro, la gioia di prepararvi i vostri pasti COMPLETI, la gioia di sorridere di nuovo. Sono con tutte voi e vi abbraccio fortissimo. E.M

  23. Carla on

    ho 19 anni e sono anoressica da 4 mesi..può sembrare poco ma a me sembra già un eternità. in questi 4 mesi ho perso 7kg e non ne ho mai a basta. nessuno ha il potere di fermarmi! sono seguita da uno psicologo ma quando vado da lui riesco solo a ridergli in faccia… son cambiata tatno! ero una ragazza molto solare con una irrefrenabile voglia di vivere!! adesso no. tutto gira intorno al mio corpo e all’ossesione per il cibo! tutto mi scivola addosso perchè… tutto il resto passa in secondo piano!!è come se mi fossi creata una sorta di scudo che nessuno riesce a togliermi e io ci sto immensamente bene. so che è sbagliato ma sento di non poterne farne a meno! mi sono creata il mio mondo dove riesco a controllare la fame.. non è più lei a controllare me. l’ho vinta. contollo le emozioni i sentimenti… controllo tutto.a volte mi rendo conto che tutto ciò mi porta ad isolarmi dai miei amici la maggior parte delle volte, ma incredibilmente riesco anche a rinunciare a loro. quattro mesi son pochi lo so, ma se non cambierò mai idea finirò con isolarmi del tutto e col non guarire mai. a volte mi chiedo con che forza le altre ragazze son riuscite a riprendere in mano la propria vita e ricominciare tutto da capo…curandosi e riprendere a VIVERE a vedere i bei colori che ti offre la vita!! brave voi ragazze ke siete forti! io intanto continuo a stare nel mio mondo…fatto in bianco e nero.

    • associazionevita on

      Cara carla,tutte le ragazze che ora sono guarite,hanno provato esattamente
      quello che hai provato tu,chi più chi meno..ci si isola da tutto e tutti..un pò di cibo in meno e i chili in meno costituiscono una vittoria, un’immensa gratificazione.Tutte le ragazze però sono arrivate a un punto in cui non ce l’hanno più fatta e hanno capito che l’unico modo per poter tornare a vivere era chiedere un aiuto concreto: qualcuna ce l’ha fatta con un semplice psicologo, altre hanno dovuto passare mesi in appositi centri. Ma la cosa più imporante è che alla fine tutte sono guarite. Alcune di queste ragazze ci accompagnano agli incontri con i ragazzi delle superiori a raccontare la propria esperienza e, credimi, è veramente bellissimo poter aiutare qualcuno, glielo si legge negli occhi.
      Ti abbraccio, se hai bisogno di qualsiasi cosa contattaci pure.
      Flaminia

  24. Alessandra on

    Un caro saluto a tutte. Non so perchè ma questa sera avevo voglia di leggere qualche storia di chi è riuscita a sconfiggere questa nemica…Forse perchè penso di avercela fatta MA mi rendo conto che sono ancora lontana dall’averla sepolta per sempre nei miei ricordi. Mi sono ammalata quando ormai non ero più una ragazzina, avevo 25 anni una laurea alle spalle ed uil mondo che mi spalancava le porte con le sue illusioni e disillusioni. Forse questo mi ha spventato, non ho ancora capito bene cosa sia successo…ho perso qualche kg e tutti a farmi mill complimenti…ed io a sentirmi più forte…ancora qualche kg mi dicevo cosìstarò meglio…Forse per tutti è così…In due anni ho perso quasi tutto: il corso di specializzazione che stavo per intraprendere è sfumato, le amicizie si sono dissolte (per colpa mia visto chele allontanavo tutte sistematicamente…da soli è più facile digiunare) solo la mia famiglia ed il mio fidanzato hanno resistito e sono rimasti accanto al mostro che ero diventata. Poi arrivata allo stremo delle forze, grazie allo psicterapeuta che mi seguiva e a mia sorella che mi ha fatto aprire gli occhi sul pericolo che stavo correndo (ormai non riuscivo più nemmeno ad uscire di casa senza che mi mancasse il respiro e mi venisse dolore al petto), mi sono decisa e mi sono fatta ricoverare per 4 mesi…è stato l’inizio della risalita. Ma quanto è stata dura!!! La svolta è arrivata solo dopo altri 6 mesi quando ho saputo che mia sorella aspettava un bimbo: mi sono chiesta perchè io dovevo alzarmi la mattina mettermi sulla bilancia ed angosciarmi per 100 gr in più, contarele calorie di ogni singolo boccone di cibo e pensare solo ed esclusivamnete a quanto bruciare durante la giornata mentre lei poteva essere felice, ridere, gioire e costruirsi una vita…cosa mi mancava. Da allora ho detto basta ho cominciato a mangiare un pò’ dui più ogni giorno e mi sono rimessa “quasi” in forma….POI IL MIRACOLO : ero ancora in amenorrea ed ecco che un giorno mi sento strana…diversa e mi si affaccia alla mente un’idea: una gravidanza? “impossibile” mi rispondo…ed invece SI…il mio miracolo…la mia bambina….ecc questa è stata la risposta di Dio, della vita o di non so cosa alle mie domande: una bimba da amare da crescere e per cui lottare. Da allora l’anoressia è per me un terribile ricordo MA, ed ecco il punto, ogni tanto si riaffaccia ancora il pensiero … il mio corpo mi sembra ancora inadeguato… però ci siete voi…però c’è la certezza che POI PASSA. Grazie per le vostre testiminianze

  25. anonima che VIVE on

    ok bene, gente.
    Vorrei cominciare questo mio “discorso” precisando che NON sono qui a fare inutile vittimismo, perché è proprio una cosa che odio. Sono qui per raccontare una storia. La storia di una rinascita, la storia di un miracolo, come potrebbe essere quello di un fiore appassito che paradossalmente RISBOCCIA. Nessuno ci crederebbe, tantomeno gli altri fiori che stanno lentamente appassendo, ma questo può accadere. Basta crederci. Basta non mollare mai e non arrendersi al male che ci ha attaccati, rendendoci passivamente vittime innocenti.
    Saprete anche voi che ci sono molti che scrivono di storie di anoressia, bulimia, i sentimenti che le caratterizzano e magari anche il post queste malattie. Eggià.. alcuni raccontano il lieto fine, altri, invece, raccontano solo la FINE.
    Bè, vi farà piacere sapere che io sono qui per raccontarvi un lieto fine.
    Ebbene sì, io ci sono passata da lì.. l’anoressia e la bulimia le ho incontrate entrambe. Ci sono stati alti e bassi. momenti “diabolicamente fantastici” e altri che avevano il sapore della morte. Ma non sto qui a raccontarvi il succedersi delle cose, sarebbe troppo lungo. Piuttosto voglio che sappiate che ora sto BENE. Attenzione però, questo non significa che io sia guarita!
    Quando si incontrano demoni come l’anoressia o soprattutto la bulimia sulla propria strada, è come se si venisse contagiati da un virus. Questo virus racchiude tutto il male presente sulla terra e provoca la più profonda e silenziosa sofferenza. Inizialmente è invisibile, non si fa sentire, parla sottovoce. Ti bisbiglia all’orecchio tentazioni irresistibili e del tutto deleterie.
    Si presenta come un dolce amico, ma in realtà ti sta per pugnalare alla spalle. Lui è lì per ucciderti. LENTAMENTE. Vuole comprare la tua fiducia, ipnotizzarti coi sui piccoli occhi maligni per plagiarti e raggiungere il suo scopo.
    Perciò penso vi risulti abbastanza semplice comprendere che da queste malattie NON si può guarire, non si potrà MAI! Il virus è perenne. È potente. È un avversario pressoché imbattibile. L’unica speranza è fronteggiarlo, rialzarsi dopo un colpo e ribattere, senza arrendersi MAI. Solo i più forti ci riescono e io ritengo di esserlo stata. Sono stata male, malissimo, ma non per questo mi sono lasciata sconfiggere, non per questo glie l’ho data vinta!
    Ho continuato a combattere sempre, credendo in me stessa.
    Perché un bel giorno mi sono resa conto che c’erano molte persone che mi volevano bene e che io però sarei voluta morire. Perché io ero già morta dentro. Allora mi sono detta: “perché sprecare una vita potenzialmente felice? Perché sprecare tutto questo amore, questo futuro sconosciuto e pieno di sorprese? Perché fare la parte della debole vittima, quando io stessa odio il vittimismo? MI DEVO RIALZARE. “
    Questa è stata la frase che mi ha aperto la strada della luce, della felicità che finalmente è di nuovo tornata a far parte della mia vita. Ora la mia anima è gioiosa, propositiva, piena di colori.
    Nonostante ciò, so benissimo di non essermi liberata di LUI. Il virus. Quel mostriciattolo malefico risiede ancora dentro di me e a volte mi bisbiglia all’orecchio, cercando di persuadermi. Ma non ce la farà! Non un’altra volta! NO! Io sto bene adesso, ho trovato la forza per resistere alla tentazione che ancora adesso, comunque, a volte mi viene. Ma poi penso: “perché farlo di nuovo? Perché ributtarsi ancora una volta dentro a quell’oscuro e gelido tunnel infernale? Perche sprecare tutto questo lavoro?” e allora mi sento bene, mi sento forte, mi sento importante nel mondo.
    Allora, mi sento reale. Allora, libera di poter VIVERE.

  26. pmast on

    Sono un padre che vive da quasi 5 anni le vostre storie con sua figlia.
    Non se io e mia moglie riusciremo indenni da questa storia sopratutto perchè non riusciamo ad aiutarla.
    Datemi una frase a cui attaccarmi per aiutare la mia famiglia.
    Grazie a tutte voi.

    • associazionevita on

      L’anoressia è una malattia spietata, priva chi ne soffre della voglia d
      i guarire, della voglia di vivere.
      Però ti posso assicurare che si può sconfiggere.
      Con l’aiuto degli specialisti e delle persone che ti vogliono bene, arriva un giorno in cui si riesce a trovare la forza di voler guarire.
      L’unica cosa che puoi fare è starle accanto,anche quando sfoga su di te la sua rabbia o il suo dolore,quando ti racconta bugie, quando sembra proprio che non ti voglia ascoltare.
      Non c’è una medicina che guarisce il male, perché purtroppo non si tratta di influenza.Tua figlia è malata ma forse la medicina che può aiutarla è il tuo
      amore.
      Non perdere mai la speranza perché, come hai potuto leggere dalle nostre testimonianze, anche quando sembrava che tutto fosse perduto,c’è stato un qualcosa dentro le ragazze, che ha dato loro la forza di reagire.
      Per qualsiasi cosa non esitare a contattarci. Un abbraccio Flaminia

  27. lulu93 on

    ciao a tutte!!! ho 17 anni e da quasi tre anni convivo con l’anoressia… Nella fase più acuta sono stata ricoverata per 5 mesi lontana da casa, circa 2 anni fa, in un centro che mi ha aperto una nuova strada..Le esperienze lì vissute sono state belle, emozionanati.. ho iniziato ad apprezzare le cose più semplici:una carezza, un abbraccio, il sole… il mondo… una specie di “abbandono affettivo” mi ha fatto cadere in qusto precipizio però la strada che sto intraprendendoè, tra alti e bassi, è in salita… Purtroppo, una volta uscita dal centro ho avuto molte crisi… tutto lentamente stava ritornando indietro…nel novembre scorso ho incontrto un ottimo nutrizionista che, proprio giorni fa, mi ha riportatto al peso stabilito…Fisicamente sto meglio ma psicologicamente no.Le ossessioni ci sono, il mio comportamento a tavola è ancora “anormale”…vado anche da uno psicologo ma sono come in un bivio… nn so quale strada percorrere!!! guarire o rimanere così?? mi vedo grassa, nn mi piace questo peso… lo so che è solo un numero ma io nn riesco a piacermi.. Ci ho provato ma sono indecisa… ho paura di guarire!!! Non so perchè… sarebbe banale dirvi che è dettata dalla sola paura di ingrassare… la dispercezione che ho del mio corpo è molto forte..vi prego ho bisogno di confrontarmi con voi!!!!aspetto vostre risp!!!
    ps siete persone coraggiose, appezzo la vostra lotta x la vita!!!

  28. patrizia on

    cara lulu’
    tesoro santo !!!!!se eri anoressica e solo da poco hai recuperato un peso giusto,come puoi sentirti grassa???
    io non soffro di anoressia ,ma a causa del mio sistema nervoso sono sottopeso e ti assicuro che non e’ bello vedersi cosi’ ossuta!! paura di ingrassare? butta via la bilancia e soprattutto pensa a quante persone hanno bisogno di te e ti amano .Tu non ti piaci ,ma hai mai pensato che la gente ti guarda in modo strano se diventi troppo magra??
    truccati metti un bel vestito ,vai davanti allo specchio e ripeti….sono bellissima,sono bellissima…fatti un sorriso e poi esci ,sono sicura che attirerai sguardi ammirati degli uomini e sguardi d’invidia dalle altre donne…..a questo punto la domanda che ti devi fare e’ ….se gli uomini mi ammirano e le donne mi invidiano come posso essere brutta??
    ti mando un abbraccio forte ,come vedi anche se non ti ho mai visto provo tenerezza e affetto per te perche’ dentro di te ci sono tanti colori e sono quelli che ti rendono bella ….prendi un uovo di pasqua …che importa di che colore e’ la carta…..che importa se e’ fondente o al latte…..l’importante e’ la sorpresa ….lascia che gli altri vedano cio’ che hai dentro e amalo anche tu..se imparerai a volerti bene non ti farai piu’ del male
    in bocca al lupo

  29. lulu93 on

    ciao patrizia!!!! le tue parole mi hanno commoso… la cosa che più mi ha colpito è stata la tua sincerità e il tuo affetto… 😀 tu hai ragione ma il problema è che ho in me un idelae di bellezza “ossuto” che nn mi permette di essere obiettiva!!! nn è facile per me entrare nell’ ottica della normalità, del giusto peso, della giusta proporzione… delle volte nn vedo i vantaggi che potrei avere con la guarigione!!! Il futuro mi fa paura… ho paura di perdere le attenzioni di essere sola.. anche se dentro di me so che le persone che amo di più, amici e famiglia, mi accettano così come sono… com hai ben capito spetta a me darmi attenzioni, amarmi… sara’ un’ardua impresa xkè ho un livello di autostima molto basso… ma ci sto lavorando!!!! grazie patrizia spero che tu possa stare meglio!!! è stato un piacere confrontarmi con te.

  30. cristian on

    ciao a tutti mi chiamo cristian e ora ho 28 anni.
    dieci anni fa questa bestia ha cominciato a inseguirmi non so so come abbia fatto non lo so proprio ma sta il fatto ke e riuscita a prendermi.
    ho cominciato per scerzo dicevo.
    andavo a scuola ed ero molto bravo pero’ ero un po cicciottello ero alto 1,70×75 chili i miei amici quando andavamo a fare educazione fisica mi prendevano in giro per questo e io ci stavo male vedevo loro come i modelli da prendere in esame e da li mi sono cominciato a sentirmi a disagio
    . ma non era solamente da questo a casa solo i miei nonni mi volevano un bene dell’anima i miei genitori erano sempre assenti non ci sono stati mai nella mia vita tanto presenti per via del lavoro o per altri motivi non ero nessuno ero solo una persona una persona qualunque.
    io per farmi cercare diessere considerato studiavo tantissimo e loro prima erano fieri di me, ma poi dopo 3-4 anni non mi ridavano piu’ importanza.
    quindi per il fatto delle persone, dei miei genitori
    e di altre cose sono caduto in questo tunnell .
    all’inizio dicevo ke avrei smesso quando dicevo io, ma quando volevo smettere veramente ormai ero arrivato ad un punto che non c’e’ l’avrei fatta piu’.
    nel giro di quattro mesi da 75kg sono arrivato a 38kg mi ero chiuso in me stesso non volevo vedere nessuno ero diventato la bestia della malattia.
    tante volte chiedevo aiuto ma lei era piu’ forte della mia volonta e ioo ne uscivo sempre sconfitto.
    tutti i miei amici erano scomparsi non esistevano piu’ e io mi sentivo sempre piu’ solo.
    ho girato tutta italia in cliniche ospedali centri e qualsiasi altro posto possa combattere questa malattia niente non mi ha fatto niente.
    un giorno una persona (mia zia) mi ha detto una frase ke mi ha fatto riflettere:
    cristian la vita e’ bellissima e bisogna viverla fin in fondo perche tu vuoi buttare via la tua vita tu ke puoi vivere non vuoi vivere io ke voglio non posso) lei non poteva perche era malata terminale di tumore
    i mi disse anche che leinon poteva andarsene fino a quando non er tornata a vedere la persona che ero.
    quella notte era arrivato il mio momento ho fatto un sogno ( se vi interessa poi lo raccontero’. quando mi sono svegliato nella miatesta la vocina che abbiamo tutti noi era tornata a parlarmi e la mia forza di volonta era tornata a prendere il sopravvento di nuovo sulla bestia che era in me. e stata dura ma da solo sono riuscito ad uscire ed ora sono di nuovo una persona felice piena di vita.
    ho aiutato delle persone e sono disponibilissimo a continuare ad aiutare perche solo chi ci e’ passato sa cosa vuol dire e sa cosa passa nella testa. ciao

  31. anonima che VIVE on

    la mia via d’uscita è stata non usare più la bilancia. non toccarla, non guardarla nemmeno! Quando mi capita di sfiorarla con lo sguardo in bagno cambio subito direzione, penso: “NO! non la usare, lei ti fa solo del male!”. E’ la bilancia che ci crea obiettivi, che ci dice che siamo ancora grasse e che dobbiamo dimagrire.. ma senza di essa, lo dico per esperienza personale, tutto migliora! è un po’ come prendere una medicina immediata! la prima cosa da fare, per cominciare a far fronte al problmema dei disturbi alimentari quali anoressia e bulimia, è liberarsi della bilancia. La mente non sarà completamente guarita, a volte tornerà la tentazione di digiunare per un po’, di avvicinarsi a quel water e rifare lo stesso errore, ma senza l’uso della bilancia, senza sapere quanto si pesa, i rischi saranno molti meno e le tentazioni molto più rare. 🙂

    questo è il mio consiglio. a me è servito molto. 🙂

  32. roberta on

    vorrei solo capire se da mamma sto facendo la cosa giusta. mia figlia mi ha detto che nn le sembrava abbastanza il dimagrimento raggiunto. poi mi ha confessato che nn mi ero preoccupata abbastanza. nn so cosa fare nn so con chi parlare so solo che ho paura di sbagliare.

    • associazionevita on

      salve, sono Carla , una ragazza dell’associazione VITA, come magari ha letto la mia testimonianza sul sito, non mi sono ammalata di anoressia o bulimia

      ma ho vissuto questa esperienza molto da vicino perché mia sorella gemella si è ammalata di anoressia.

      Non sono una psicologa neanche un’esperta (nella mia vita sono fisioterapista), ma un po le conoscenze mediche e un po’ l’esperienza con mia sorella e con l’associazione mi possono aiutare ad aiutarla.

      non conosco la storia di sua figlia e mi è difficile riuscire a darle dei suggerimenti precisi…

      non so quanto è dimagrita e la sua situazione psico-fisica e sociale, peno che se ci ha scritto sua figlia sia dimagrita un bel po’

      forse troppo….

      L’anoressia e la bulimia non sono malattia fisiche anche se le conseguenze sul fisico possono essere devastanti, ma nella maggior parte dei casi trovano la loro causa in un evento, situazione psicosociale…

      Sua figlia è arrivata a dirle che “non si era preoccupata abbastanza” per cui probabilmente ha bisogno di aiuto, o di attenzione e ha trovato questo modo per diglielo, l’anoressia può essere vista come l’espressione di un disagio attraverso il corpo.

      Visto che sua figlia è riuscita a comunicarle questa sua sensazione interiore provi ancora a parlarle, è fondamentale che la ragazza anoressica parli del suo stato d’animo, delle sua sensazioni, perché chi le sta accanto possa capirla, ma soprattutto perché lei stessa faccia lo sforzo di capire che cosa la turba e lo dica prima di tutto a lei stessa.

      È raro che le ragazze anoressiche arrivino a parlare con chi vive accanto a loro ogni giorno, spesso riescono meglio con l’amica del cuore o con qualcuno di estraneo.

      Le consiglio anche di essere il più comprensiva possibile, sua figlia si deve sentire ascoltata più che compresa e assolutamente non giudicata, se riesce ad entrare in confidenza le faccia capire solo che l’anoressia non è una stupidata ma una malattia seria e come tutte le malattie guarire da soli è difficile.

      In questo caso però le medicine non si usano (se non nei casi più estremi) ma serve comunque farsi dare una mano.

      Cerchi su internet i centri specializzati nei Disturbi dei Comportamenti Alimentari (CDA) della sua zona o degli psicologi specializzati nei disturbi dei comportamenti alimentari e se riesce proponga a sua figlia di andare a parlare con loro.

      Gliene proponga di più e se riesce glieli faccia incontrare perché non tutti gli specialisti sono uguali e non tutti vanno bene per tutti, il feeling terapeutico è alla base della cura di questi disturbi.

      Oppure se crede sia troppo difficile partire con gli specialisti faccia vedere a sua figlia il nostro sito, le nostre testimonianze, magari un approccio più alla pari la incuriosisce di più, se fosse necessario possiamo anche incontrarci.

      Spero di averle dato un aiuto, ora come ora non saprei cosa aggiungere, se però volesse raccontarmi qualcosa in più di sua figlia magari potrei aiutarla meglio.

      Resto sempre a disposizione per qualsiasi domanda o se vuole può contattarmi alla mail associazionevita@gmail.com

      Un forte abbraccio

      Carla

  33. anonima on

    ho capito che la mia mente non ne uscirà mai veramente.
    ho bisogno di essere aiutata. ho bisogno che tutti capiscano che cosa ho passato e passerò.
    mia mamma ha recentemente scoperto che fino a giugno ero bulimica, non avevo mai avuto il coraggio dirglielo. Naturalmente si è preoccupata e ha sofferto parecchio, dopo averlo scoperto. Inizialmente sembrava che la considerasse la cosa più grave del mondo, mi aveva anche chiesto se andare a parlarne con qualche psicologo mi sarebbe stato utile; avevamo pensato di rivolgerci all’associazione ABA (Associazione Anoressia Bulimia) , a Milano. Iin un primo momento mi sono dimostrata titubante, ma poi ho capiton che ne avevo bisogno, che dovevo essere AIUTATA, per permettermi di non vivere più nel rischio di ricominciare a devastare il mio corpo, per avere la certezza di avere una mente NORMALE. Allora avevo accettato la proposta di mia mamma.
    Ma adesso è da un bel po’ che non me ne parla più..credo che si sia messa l’anima in pace, ormai, per quanto riguarda le mie abitudini alimentari, non sono più anomala, ma la mia mente rimane sempre gravemente malata, altrimenti non sarei qui a scrivere.
    Al compleanno i miei genitori mi hanno riempita di regali 🙂 ma forse non hanno capito che il regalo che più desidero è essere curata definitivamente.
    Spero solo di non dover essere io a ribadire a mia mamma che all’ABA ci voglio andare veramente, che ne ho bisogno più di quello che credo!
    aiuto, voglio guarire.

    • associazionevita on

      Cara Benny,
      io credo che tua madre abbia paura a chiederti di tornare all’ABA, perchè sono certa che la cosa che vuole di più al mondo è che tu guarisca e che torni a vivere felicemente la tua vita. Teme una tua reazione negativa e ha paura di sbagliare a forzarti ad andare da uno specialista. Molto spesso i genitori non sanno come comportarsi in queste situazioni..
      E’ importante quello che scrivi. Vuoi essere aiutata, vuoi guarire. E’ il primo e importantissimo passo per poter finalmente uscire dal tunnel di questa terribile malattia.
      Io ti consigilerei veramente di provare a dirle che vuoi tornare all’ABA. Non è difficile e sono sicura che puoi farcela.
      In ogni caso, sappi che puoi contattarci via email (associazionevita@gmail.com) se hai bisogno di una mano in questo percorso.
      Un abbraccio
      Flaminia

    • associazionevita on

      Carissima,
      grazie per averci scritto. Il tuo messaggio mostra con maturità il desiderio, la volontà e il coraggio di uscire da un disagio e da una sofferenza in cui non vuoi e non puoi più rimanere.
      Scrivi: “ho capito che la mia mente non ne uscirà mai veramente”…, ma siamo convinti che la tua richiesta d’aiuto mostri invece la tua grande forza di volontà. Forse hai già letto le testimonianze sul nostro blog, sono storie di ragazze che come te hanno sofferto. E ne sono uscite. Non credo sia importante capire cosa è “normale” e cosa non lo è, è molto più importante il tuo Desiderio di riprendere in mano la tua vita e la tua serenità.
      Hai ragione, per fare questo percorso è molto importante farsi aiutare. Forse tua mamma spera che tutto sia tornato “normale”, forse anche lei ha bisogno di un po’ di coraggio per starti vicina.
      Prova a parlarle sinceramente e apertamente, come hai fatto con noi, spiegandole che il tuo bisogno di cure per te conta di più di molti regali. Forse i tuoi genitori da soli non riescono a comprendere quanto sia grande il tuo star male, forse ha bisogno che tu glie lo spieghi – so che può essere faticoso, ma la vita è la tua e hai il diritto di tornare a sorridere!
      L’ABA è un ottimo centro che si occupa di disturbi alimentari, tra l’altro a Milano non è l’unico.
      Non mi è chiaro quanti anni hai e di dove sei, quali sono oggi i pensieri che tanto ti disturbano…se hai voglia di farcelo sapere puoi scrivere anche un messaggio privato, per capire quale possa essere il miglior modo per aiutarti e non perdere il coraggio che già hai dimostrato.
      Continua a scriverci!
      Noi ci siamo, puoi farci domande, chiedere consigli o indicazioni…o anche solo per condividere quello che stai vivendo.

  34. anonima on

    Grazie veramente per aver risposto al mio commento! mi è molto d’aiuto quello che avete scritto, perchè ogni volta che qualcuno acquisisce il coraggio di affrontare certi argomenti con me, non mi sento più sola in questo problmema.
    Oggi comunque mia mamma ha trovato per la casa un bigliettino lasciato appositamente da me con l’indirizzo dell’ABA a Milano (io vivo molto vicino). Questo è stato il mio tentativo di ricordarle che voglio andarci per farmi aiutare. Quindi abbiamo concordato insieme che, se la mia mente presenta ancora caratteri anoressici (o bulimici), è veramente necessario che io intraprenda un lungo, ma necessario percorso di cure all’ ABA.
    Ieri, tra l’altro, per la prima volta dopo gli ultimi avvenimenti risalenti a giugno, ho rimesso di nuovo il pranzo. Mi vergogno a dirlo, mi vergogno a scriverlo e a pensarlo, ma l’ho rifatto. Ciò significa che tutte le idee che mi ero fatta sul fatto di essere ormai quasi guarita, erano illusioni. Perchè da sole non si guarisce.
    Ecco perchè andrò all’ABA. 🙂 spero veramente che riusciranno ad essermi d’aiuto!

    Voi, rispondendomi e consigliandomi, lo siete stati molto. 🙂

    ps: ho 16 anni e ci sono dentro da due.

    • associazionevita on

      che bello!
      grazie grazie grazie a te, così ci ricarichi per continuare ad aiutare!
      Carla

  35. MARIANNA. on

    ..sono ormai quasi 3 anni che continua questa agonia..l’anno scorso dopo un primo ricovero servito a nulla in un reparto ospedaliero normale..il mio peso è continuato a scendere fino ad arrivare a rischio vita.Il mio ricovero di urgenza in una clinica per i disturbi alimentari.A Portogruaro.6 mesi di inferno.Durissimi.La difficoltà di vedere come il tuo corpo cambia,le regole,gli integratori,il controllo che li,sei obbligata a lasciare andare,tutto insomma..tutto quello che a noi fa paura!l’ago della bilancia che i quei sei mesi..da novembre 2009 a maggio 2010 è salito per me è stato tragico.Da 41 kg a 52..la mia altezza è 1.72.Ora sono 9 mesi che sono a casa,sto meglio..seguo molto rigidamente..ma seguo una dieta..molto povera ma quello che mi serve per mantenere il peso acquistato..il cibo da me è sempre molto odiato..e nulla ripeto nulla nella mia giornata è in più..anzi se posso elimino felicemente;ma non perchè sono ancora completamente nella malattia ma perchè credo che non la elimineremo mai del tutto.Rimane il fatto che il mio corpo per me è e continua a rimanere una minaccia,52 kg..CHE SCONFITTA!ma forse ragazze..solo così posso vivere bene..una vita normale..lontano da questa bestia..anche se penso e ripeto..che secondo me..lei farà per sempre parte di noi!INTANTO..VI AUGURO TUTTO IL BENE DEL MONDO A TUTTE/I.IO PER QUALSIASI COSA ABBIATE BISOGNO O VOGLIATE PARLARE CI SONO.UN ABBRACCIO GRANDE DA UNA DI VOI! ♥

    • associazionevita on

      Cara Marianna,
      mi chiedo se hai il desiderio di eliminare del tutto l’anoressia, o se la desicione di sconfiggerla non sia, piuttosto, di coloro che, volendoti bene, ti sono vicino. Io sono stata anoressica durante l’adolescenza. Ora ho 27 anni e ti posso garantire che io, come molte donne che conosco, hanno sconfitto definitivamente l’anoressia. Ovviamente devi volerlo. Volerlo non significa che intraprendere la strada pae uscirne sia un percorso lineare: significa anche paura di perdere quelle cose che ti danno una (falsa) sicurezza, tipo il numerino del tuo peso e la bilancia. Compagni di viaggio confortanti: quando ti sembra di non avere altro, ti fanno sicuramente sentire meno sola. Dettano legge suoi tuoi umori. Sulla tua Vita. Racconti i 6 mesi in clinica parlando della difficoltà incontrata nel vedere il tuo corpo che cambia, al di fuori del tuo controllo. Però nella vita sai che non è possibile controllare tutto, e che ci sarà sempre qualcosa che non andrà come previsto. Sta a noi guardarlo con un’ottica che valorizzi i lati positivi della situazione.
      Il tuo corpo non è una minaccia! é lo strumento che ti consente di muoverti, di fare le cose, di relazionarti col mondo. E’ una cosa utile, non guastarlo…! Hai molto da dare, altrimenti non avresti concluso il tuo intervento con tanta dolcezza. Chissà quante persone potrebbero avere bisogno di te…! La tua vita è importante, ci si può rendere utili anche con poco, e una persona, qualsiasi persona, è sempre utile (nel senso profondo del termine)! Cerca di stare BENE! Bene davvero! Non il “bene” superficiale dettato dal pesare poco!
      Valeria

  36. MARIANNA. on

    Oh mio dio!grazie tante delle bellissime parole!forse è vero,la malattia è COME UN PORTO SICURO,abbiamo paura di abbandonarla pur essendo in grado di sapere che questa bestia ci distrugge.Vorrei sapere come si può togliere tutto ciò che abbiamo dentro!tutto questo male immenso che non andrà mai via..è un diavolo che non vuole lasciarci scampo e non ci permette di vivere!dobbiamo imparare ad amarci e a volere la vita!amarla,NON AMARE la nostra autodistruzione lenta e dolorosa!è solo una questa meravigliosa opportunità che abbiamo di essere su questa terra!non dobbiamo assolutamente sprecarla!grazie ancora!<3

  37. MARIANNA. on

    Permettetemi di presentarvela.Il suo nome,o quello datogli dai cosiddetti “medici”,è Anoressia.”Anoressia nervosa”è il suo nome per esteso,ma potete chiamarla Ana.Con lei potrete diventare grandi socie.Domanda:questo vi basta?assolutamente no!non siete ancora perfette?non fate già abbastanza fatica?più avanti non avrete più tempo per pensare,parlare con gli amici o disegnare!tali atti non saranno permessi se scegli Ana!i tuoi amici non ti capiranno.Non saranno imparziali.Arriverete che sarete sicure che solo lei dice la verità.I vostri genitori figuriamoci!non capiranno niente!ma vi vogliono bene invece,a loro importi,ma questo è il loro ruolo,e sono obbligati a svolgerlo.Ora vi rivelerò un segreto:loro,nel vedere le proprie figlie così,sono più distrutti di voi.La loro figlia si è trasformata in un mostro che non conoscono.Una ragazza senza vita negli occhi..ormai spenti da quel diavolo!ana,si occuperà di far diminuire il vostro apporto calorico e di di aumentare l’esercizio fisico.Vi spronerà al limite.Dovrete accettarlo,perchè non potrete sfidarla;voi ormai amiche della dieta pregherete di essere calate rispetto a ieri,alla scorsa notte,ecc.Vi guarderete con sgomento nello specchio.Il grasso vi sembrerà sempre troppo anche se usciranno le ossa dal vostro corpo ormai distrutto.E’ lei che fa questo.Vi seguirà durante il giorno.Non vi lascierà più sole.Riempirà le vostre menti con pensieri sul cibo,sul peso e sulle calorie.Perché ormai lei è già in possesso di te.E’ nella vostra testa,nel vostro cuore e nella vostra anima.Vi dirà cosa fare quando arrivano le ore dei pasti.Vi farà rifiutare il cibo.Vi insegnerà a far credere agli altri che hai già mangiato qualcosa.Nessun pezzo di niente.Vi guarderete ancora nello specchio,lei distorcerà l’immagine del vostro riflesso.Vi mostrerà obese e ripugnanti.Vi mostrerà un lottatore di sumo dove in realtà ci sarà un bambina che chiede aiuto.Ma voi non ne vorrete sapere.Arriverete che solo lei sarà vostra amica.Lei ti farà godere di quello che ha creato.Quella sottile,perfetta,bambina di successo.Lei sarà in possesso di tutta te stessa,fin quando non deciderai CHE TU SEI UNA MERAVIGLIOSA DONNA!E NON DEVI ESSERE SCHIAVA DI QUESTA MALEDETTA BESTIA! <3<3<3

    • Anonimo on

      Quanto hai ragione! Anche io l’ho sempre chiamata bestia… E quanti trucchi, quante bugie, quanta gioia quando vedevo il peso scendere…
      Una bestia che si impossessa di te, della tua mente e ti perseguita, ti insegue, ti parla ogni minuto ogni secondo della tua giornata. Giornate che diventano tutte uguali, grigie, monotone senza senso, ma lei il senso te lo dà: devi diminuire di peso, sei brutta, sei grassa, hai un corpo schifoso. E tu, che invece sei un mostro di saggezza su altre cose, sei capace di ragionamenti che gli altri non sanno nemmeno fare, sei bravissima a scuola, CI CREDI!!!
      ma il giorno della vendetta arriva per tutti: arriva il giorno dove dici basta: è il momento di uccidere la bestia.
      Ma non arrivate dove sono arrivata io: la signora con la falce mi ha fatto cenno di seguirla e, solo in quel momento, ho detto di no… Forse non mi voleva veramente o forse la paura di morire è stata più forte di lei. Figlia mia, ragazze nella tua stessa situazione aprite gli occhi: dietro la bestia, c’è la MORTE! e non sempre si gira e va via….
      La vita è bellissima, il mondo è stupendo e, credetemi, meglio stare qui che da qualche altra parte!
      Il sole sorge per te Federica e per tutte voi, dovete vederlo tutti i giorni e darlo agli altri, non uccidervi!

      mamma Daria

  38. Anonimo on

    sono la madre di una donna anoressica, eta’ 25 anni, come posso comunicare con voi?

  39. Anonimo on

    Non so perché ho deciso di lasciare una testimonianza in questo sito, forse è semplicemente la voglia di uscire allo scoperto, di far capire alla gente cosa si rischia quando decidi di massacrare il tuo corpo, di dire stop a tutti quei blog “pro-ana” o forse semplicemente la voglia di urlare che “NON NE VALE LA PENA” di ridursi pelle e ossa a causa di una stupida ossessione.
    Ho 17 anni e vivo con la mi famiglia in una piccola città, dove alla fin fine si sa tutto di tutti, la mia vita è sempre stata perfetta, a scuola non ho mai avuto problemi, avevo un buon rapporto con i miei, e degli amici fantastici… Ma ad un tratto tutto è cambiato, non so cos’è successo, so solo che ho deciso di non mangiare più, è iniziato tutto per gioco ero stata da un nutrizionista in quanto ero in lieve sovrappeso, lui mi consigliò un’ottima dieta, equilibrata, poco caloria, ma corretta.. avevo perso qualche chilo e lui stesso mi disse di fermarmi, di continuare a seguire un corretto stile di vita ma di abbandonare la dieta. Per un periodo quindi ritrovai la gioia di mangiare, stavo bene con me stessa ed ero felice, ma tutto ciò continuava a non bastare più. Era l’estate del 2009, e avevo 15 anni, quando mi accorsi di avere qualche problema con l’alimentazione, ero stata per due settimane all’estero e il primo pensiero quando tornai, fu quello di pesarmi, vidi che avevo perso un paio di chili e ne fui veramente felice. Da quel momento in poi, iniziai a vedere con odio il mio corpo, sembrava non andare più bene, così ripresi la dieta e ricominciai a seguirla, persi ancora qualche chilo, e mi sentivo bene, ero sicura che continuando così avrei trovato la serenità con me stessa, così inizia a pormi dei paletti, dei traguardi delle conquiste, 54 chili, 53, 52.. guardavo le mie amiche, erano tutte così belle e magre, stavano bene col loro corpo, si vedeva.. dopo la morte di mia nonna, la situazione iniziò a peggiorare, decisi di distaccarmi dal cibo in modo più violento, certo fu un percorso graduale e lento, ma sembrava funzionare realmente, così decisi di non mangiare più nulla al di fuori dei tre pasti principali, i dolci, i salatini, le bibite (esclusa l’acqua) vennero esclusi dalla mia dieta, potevo mangiarli solamente la domenica o quando c’era qualche festeggiamento, così nell’estate 2010 arrivai a pesare 51 chili, era tutto perfetto, per la parte malata e contorta della mia mente, in estate i miei mi lasciavano più libera, spesso loro non c’erano a pranzo o a cena e per me questa diventò l’occasione giusta per saltare i pasti. Anche i carboidrati vennero pian piano tirati fuori dalla mia alimentazione, la quale si limitava a scatolette di mais o tonno, mozzarelle e pomodori. Il ritorno a scuola fu traumatico per la mia salute mentale, lo stress scolastico fece aumentare notevolmente la mia predisposizione al digiuno, per cui a volte mangiavo la domenica a pranzo, la sera fingevo di essere troppo piena e digiunavo, il giorno dopo dicevo ai miei che avrei preso qualcosa a scuola, e avrei pranzato li, ma ovviamente a scuola non prendevo mai nulla, la sera continuavo a dire di aver mangiato troppo a pranzo, quindi bevevo una tazza di te, riuscivo ad arrivare fino a martedì a pranzo senza mangiare quasi nulla. Solo il ricordare quei brutti momenti, mi fa vergognare di me stessa, ma in quel periodo il cibo era il mio più grande nemico. Dopo la morte dell’altra mia nonna toccai il fondo, iniziai ad odiare la gente che mangiava, camminavo per strada fissando le ragazze per capire quanto fossero magre, arrivai al punto di desiderare di diventare anoressica solo per poter dimagrire.. coglievo ogni occasione per non mangiare, ed ero orgogliosa di me. Nonostante ciò continuavo ancora a non piacermi, arrivavo a scuola piangendo tra le braccia delle mie compagne, per quanto la gente tenta di capirti, nessuno può mai entrare nella mente di una persona con disturbi alimentari. Si odia il proprio corpo, non lo si vuole, si pensa alle misure più drastiche per eliminarlo. Si entra in depressione, si perde la voglia di vivere.. abbandonai tutto in quel periodo, dimagrire era l’unica cosa importante, a maggio 2011 pesavo 44 chili e ne andavo fiera, piangevo ogni giorno perché continuavo ancora a non piacermi, mi si vedevano le clavicole e le ossa del torace. Una sera di giugno ebbi una discussione molto accesa con mia madre la quale decise di portarmi da una psicologa. Non provai nemmeno ad oppormi, avevo bisogno di aiuto, stavo male, mi odiavo. Adesso continuo ancora ad andare dalla psicologa, la mia non era ancora vera e propria anoressia, diciamo che mi hanno presa in tempo, ho messo su un paio di chiletti, e mangio di tutto, certo a volte ho paura di una ricaduta, il mio cervello è ancora troppo debole, ma non mi vergogno di ammettere di essere stata malata di anoressia, ne sto uscendo ce la sto mettendo tutta, ma so che è un brutto tunnel, e che ci vuole una grande forza per uscirne. La società e il mondo che ci circonda ci influenza con la propria forza ma noi dobbiamo dimostrare di essere superiori, l’anoressia è una vera malattia! E non si può incoraggiare la gente a vivere malata

  40. anonimo on

    Non so perché ho deciso di lasciare una testimonianza in questo sito, forse è semplicemente la voglia di uscire allo scoperto, di far capire alla gente cosa si rischia quando decidi di massacrare il tuo corpo, di dire stop a tutti quei blog “pro-ana” o forse semplicemente la voglia di urlare che “NON NE VALE LA PENA” di ridursi pelle e ossa a causa di una stupida ossessione.
    Ho 17 anni e vivo con la mi famiglia in una piccola città, dove alla fin fine si sa tutto di tutti, la mia vita è sempre stata perfetta, a scuola non ho mai avuto problemi, avevo un buon rapporto con i miei, e degli amici fantastici… Ma ad un tratto tutto è cambiato, non so cos’è successo, so solo che ho deciso di non mangiare più, è iniziato tutto per gioco ero stata da un nutrizionista in quanto ero in lieve sovrappeso, lui mi consigliò un’ottima dieta, equilibrata, poco caloria, ma corretta.. avevo perso qualche chilo e lui stesso mi disse di fermarmi, di continuare a seguire un corretto stile di vita ma di abbandonare la dieta. Per un periodo quindi ritrovai la gioia di mangiare, stavo bene con me stessa ed ero felice, ma tutto ciò continuava a non bastare più. Era l’estate del 2009, e avevo 15 anni, quando mi accorsi di avere qualche problema con l’alimentazione, ero stata per due settimane all’estero e il primo pensiero quando tornai, fu quello di pesarmi, vidi che avevo perso un paio di chili e ne fui veramente felice. Da quel momento in poi, iniziai a vedere con odio il mio corpo, sembrava non andare più bene, così ripresi la dieta e ricominciai a seguirla, persi ancora qualche chilo, e mi sentivo bene, ero sicura che continuando così avrei trovato la serenità con me stessa, così inizia a pormi dei paletti, dei traguardi delle conquiste, 54 chili, 53, 52.. guardavo le mie amiche, erano tutte così belle e magre, stavano bene col loro corpo, si vedeva.. dopo la morte di mia nonna, la situazione iniziò a peggiorare, decisi di distaccarmi dal cibo in modo più violento, certo fu un percorso graduale e lento, ma sembrava funzionare realmente, così decisi di non mangiare più nulla al di fuori dei tre pasti principali, i dolci, i salatini, le bibite (esclusa l’acqua) vennero esclusi dalla mia dieta, potevo mangiarli solamente la domenica o quando c’era qualche festeggiamento, così nell’estate 2010 arrivai a pesare 51 chili, era tutto perfetto, per la parte malata e contorta della mia mente, in estate i miei mi lasciavano più libera, spesso loro non c’erano a pranzo o a cena e per me questa diventò l’occasione giusta per saltare i pasti. Anche i carboidrati vennero pian piano tirati fuori dalla mia alimentazione, la quale si limitava a scatolette di mais o tonno, mozzarelle e pomodori. Il ritorno a scuola fu traumatico per la mia salute mentale, lo stress scolastico fece aumentare notevolmente la mia predisposizione al digiuno, per cui a volte mangiavo la domenica a pranzo, la sera fingevo di essere troppo piena e digiunavo, il giorno dopo dicevo ai miei che avrei preso qualcosa a scuola, e avrei pranzato li, ma ovviamente a scuola non prendevo mai nulla, la sera continuavo a dire di aver mangiato troppo a pranzo, quindi bevevo una tazza di te, riuscivo ad arrivare fino a martedì a pranzo senza mangiare quasi nulla. Solo il ricordare quei brutti momenti, mi fa vergognare di me stessa, ma in quel periodo il cibo era il mio più grande nemico. Dopo la morte dell’altra mia nonna toccai il fondo, iniziai ad odiare la gente che mangiava, camminavo per strada fissando le ragazze per capire quanto fossero magre, arrivai al punto di desiderare di diventare anoressica solo per poter dimagrire.. coglievo ogni occasione per non mangiare, ed ero orgogliosa di me. Nonostante ciò continuavo ancora a non piacermi, arrivavo a scuola piangendo tra le braccia delle mie compagne, per quanto la gente tenta di capirti, nessuno può mai entrare nella mente di una persona con disturbi alimentari. Si odia il proprio corpo, non lo si vuole, si pensa alle misure più drastiche per eliminarlo. Si entra in depressione, si perde la voglia di vivere.. abbandonai tutto in quel periodo, dimagrire era l’unica cosa importante, a maggio 2011 pesavo 44 chili e ne andavo fiera, piangevo ogni giorno perché continuavo ancora a non piacermi, mi si vedevano le clavicole e le ossa del torace. Una sera di giugno ebbi una discussione molto accesa con mia madre la quale decise di portarmi da una psicologa. Non provai nemmeno ad oppormi, avevo bisogno di aiuto, stavo male, mi odiavo. Adesso continuo ancora ad andare dalla psicologa, la mia non era ancora vera e propria anoressia, diciamo che mi hanno presa in tempo, ho messo su un paio di chiletti, e mangio di tutto, certo a volte ho paura di una ricaduta, il mio cervello è ancora troppo debole, ma non mi vergogno di ammettere di essere stata malata di anoressia, ne sto uscendo ce la sto mettendo tutta, ma so che è un brutto tunnel, e che ci vuole una grande forza per uscirne. La società e il mondo che ci circonda ci influenza con la propria forza ma noi dobbiamo dimostrare di essere superiori, l’anoressia è una vera malattia! E non si può incoraggiare la gente a vivere malata

  41. MARIANNA. on

    A VOI che state leggendo..desidero una sola cosa:CHE SIATE FELICI IN OGNI ISTANTE DELLA VOSTRA VITA!TANTA FORZA A TUTTI.<3
    Un bacione Marianna.

  42. Iaia on

    Ciao a tutti! Sono Ilaria. Io non soffro di anoressia ma oggi ho avuto paura. Ho rivisto dopo 4 mesi una mia amica. Siamo amiche “del cuore” se si puo dire cosi insieme ad altre due ragazze eravamo inseparabili. Da due anni ci siamo un po’ allontanate senza volerlo per impegni vari: università, fidanzati e soprattutto perché abitiamo in città diverse ma sappiamo sempre di poter contare l’una sull’altra. Di solito ci frequentiamo d’estate e da quest’ultima ho notato che era dimagrita molto Avevo notato un dimagrimento anche lo scorso inverno ma da vestita non mi sono resa conto. oggi invece è stato uno shock perché rispetto a quest’estate è dimagrita tantissimo ed è visibilmente anoressica. Mi sento in colpa perché quest’estate non ho dato forse importanza alla cosa e dovendomi laureare a dicembre mi sono concentrata sulle mie cose. Il punto è che non so come aiutarla. So che la sua famiglia ha una situazione economica non facile in questo perido e che quando era più giovane e non ci conoscevamo ancora aveva avuto problemi alimentari. Ora ha 23 anni è alta 1,70 circa ed è visibilmente anoressica. È in ansia per l’universita anche se prende ottimi voti ed è in pari ma soprattutto non è la stessa. Dopo 4 mesi di lontanza oggi quando ci siamo viste quasi non mi ha salutata come fosse senza stimoli, scocciata, incavolata o meglio apatica. Ho paura e non so come aiutarla, ma voglio farlo. Vi scrivo perché ho visto questo sito e magari qualcuno può dirmi come posso aiutarla nel mio piccolo. Quali parole evitare o come introdurle il discorso. Vorrei parlare con i suoi genitori per capire come posso intervenire ma non so se è una buona idea.
    Spero che qualcuno mi possa rispondere.

    • associazionevita on

      Cara Ilaria, scusa per la non tempestiva risposta, spero che, in ogni caso, possa darti un piccolo aiuto.
      La storia della tua amica è molto simile a quella di tante ragazze che come lei soffrono di disturbi alimentari.
      Innanzitutto, ci tengo a sottolineare che non devi minimamente sentirti in colpa, perchè è veramente difficile rendersi conto che una propria amica soffre di questo tipo di disturbi. Non è facile capirlo e non è facile rendersi effettivamente conto che la persona a cui si vuole bene non sta dimagrendo per semplice stress ma perchè è malata.
      Mi hai spiegato che non vi vedete tanto spesso, a maggior ragione non ti devi sentire in colpa. Anzi, deve proprio avere una grande amica che, nonostante la distanza ha deciso di voler fare qualcosa per aiutarla.
      Ora la cosa più importante è cercare di starle vicina anche se devi sapere che nonsarà facile perchè, da quello che ho capito, lei non ti ha detto nulla.
      Dovresti provare a parlarle in modo molto tranquillo per vedere che cosa ti dice.
      In ogni caso deve essere lei a voler essere curata, tu puoi solo indirizzarla verso la strada giusta.
      Suggeriamo sempre di dare un’occhiata al nostro sito e alle nostre testimonianze perchè leggere che ci sono un sacco di altre persone che hanno provato la nostra stessa sofferenza fa capire che non si è gli unici al mondo a soffrire di anoressia o bulimia.
      Ed è importante capire che da queste malattie si può guarire.
      E’ un percorso lungo e difficile ma che alla fine da’ il risultato sperato.
      Quindi, la prima cosa che puoi fare è parlarle e farle capire che senti la sua sofferenza.
      E ricordati, non arrabbiarti mai con lei se ti sembrerà non capire. Tu la stai aiutando.
      Il passo successivo, quando lei vorrà sarà farle capire che da sola non può farcela ma che è necessario l’intervento di uno specialista (di solito si inizia con lo psicologo).
      Ma anche questo verrà dopo.
      Ti abbraccio, spero di esserti stata un po’ d’aiuto.
      Flaminia

  43. Nunzia Pasquadibisceglie on

    ciao,
    io ho sofferto di anoressia x 15 anni ….da tre ne sono fuori.
    La tua scelta di stare vicino alla tua amica è bellissima, non sarà semplice, spesso ti sentirai impotente o presa in giro perchè una parte inconscia della tua amica lavorerà contro di voi….affronta con calma l’argomento e falli capire che ci sei, non è detto che ti ascolterà subito ma non ti arrendere.
    Io ne sono uscita grazie a pochi veri amici che mi sono stati vicino, che con sincerità mii facevano notare anche le cose brutte e non si sono mai arresi di combattere con me anche nei momenti peggiori.

  44. ele on

    Sono una ragazza di 15 anni (tra due giorni) e sto vivendo quella cosa che non riesco nemmeno a nominare. Per me è brutto pensare a quello che ho perso privandomi del mio bellissimo aspetto, del mio corpo perfetto e del mio sorriso smagliante di circa 6 mesi fa. Ho perso delle amiche che erano tutto per me, e ho iniziato a privarmi del cibo e voler bruciare a tutti i costi cio’ che ingerivo. Ero triste, mi sentivo sola, abbandonata, e così ho trascurato me stessa.
    Grazie a persone fantastiche quali i miei genitori e i medici, ora sto combattendo contro una forte rivale…perchè sì, combattere l’ anoressia è una lotta. Ho sempre ottenuto cio’ che volevo, ma questa volta no…almeno, non subito. Voglio tornare bella come prima, lo desidero più di qualsiasi altra cosa in questo momento, ma purtroppo è un percorso lungo e faticoso. Le fisse sul cibo e sul bruciare le calorie pian piano si affievoliscono, ma immagino che rimarranno per sempre. Il perfezionismo, l’ansia, l’impulsività sono aumentati sempre più e i miei chili sempre meno..come la voglia di vivere e divertirmi. Spero che ora, con i passi che sto facendo, riesca ad uscirne il più in fretta possibile e a tornare almeno fisicamente, bella com’ ero. Elena

  45. Anonimo on

    Bisogna essere molto forti non è facile.

  46. claudia on

    anche io ho avuto un disturbo alimentare che è durato circa 2 anni ora ne sto uscendo è stato difficile perchè i miei nn capivano mi portavano da psicologi sempre più pazzi.ero arrivata a pesare 30 kili non sono mai stata ricoverata.Un giorno dissi tra me :perchè facevo queste cose!! e da lì è iniziata l?allontananza dalla mia malattia che mi stava mangiando giorno per giorno!

  47. […] Le testimonianze (fonte: Associazione Vita) […]


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