Incontro all’istituto Mamoli /2

Ecco le domande rivolte a Dottoressa Venturi e a Carla a cui non siamo riuscite a rispondere, per mancanza di tempo, durante i due incontri all’all’istituto Mamoli di Bergamo del 17 aprile 2010.

Le domande rivolte alla Dottoressa Venturi
Quelle che erano anoressiche che vantaggi pensavano di trovare?
Le persone che soffrono di anoressia non traggono consapevolmente un “vantaggio” dalla loro condizione. si tratta più che altro di motivazioni inconsce e non consapevoli che riguardano la ricerca di attenzione da parte di chi hanno vicino, il tentativo di aumentare la propria autostima e il proprio valore. chiaramente, nel perseguire tali obiettivi in un modo non sano, gli “svantaggi” sono di gran lunga più numerosi.
quanti casi in italia?
INCIDENZA nella POPOLAZIONE FEMMINILE: Anoressia 0,5-2%; Bulimia 1-5%
L’anoressia/bulimia sono provocate sempre da una sofferenza emotiva profonda o ci sono anche dei casi in cui sono provocate da reale non piacersi fisicamente?
Il limite è veramente molto labile, spesso queste due condizioni non sono così distinguibili, in quanto la sofferenza emotiva profonda è spesso legata all’immagine che si ha della propria persona e del proprio corpo. la sofferenza emotiva viene vissuta in modo particolare e soggettivo da ciascun individuo, tanto che non è possibile fare generalizzazioni. naturalmente vi sono situazioni in cui il disagio si colloca ad un livello più o meno profondo.
Ma si può passare da una situazione di obesità ad una di anoressia, o viceversa?
La classificazione dei disturbi alimentari in anoressia-bulimia-disturbo da alimentazione incontrollata-obesità nella realtà è molto meno schematica, le varie situazioni spesso si sovrappongono e la persona può passare da una condizione all’altra o viceversa. questo può accadere perchè – ricordiamolo – tali patologie nascondono una sofferenza interiore, e il disturbo alimentare ne rappresenta solo la parte “visibile”.
Come mai una persona anoressica ha inizialmente molta energia nonostante mangi poco?
La persona anoressica è molto forte e motivata nella sua convinzione nel raggiungimento dell’obiettivo. questa motivazione inizialmente agisce sul corpo e sulla mente come una “droga” che consente alla persona di perseverare nei suoi comportamenti patologici e di non considerare le conseguenze negative che tali comportamenti possono avere.
– Quali sono i fattori che possono portare ad avere una distorsione del proprio corpo?
I fattori sono moltissimi e riguardano in generale il rapporto della persona con il proprio sè, ovvero il modo in cui la persona si vede, come immagina che la vedano gli altri, il rapporto con il proprio corpo e con la propria interiorità, l’autostima e la considerazione di sè.
Queste malattie, come anoressia e bulimia, colpiscono prevalentemente persone insicure?
Non si può affermare che vi sia una proporzionalità diretta tra i disturbi alimentari e l’insicurezza della persona. si può affermare con più probabilità che la persona in quel momento sta attraversando un momento di fragilità, o magari di solitudine o di cambiamento. vale comunque la regola che ogni vita e ogni situazione è particolare e soggettiva, per cui non è possibile fare generalizzazioni assolute.


Le domande rivolte a Carla

Ciao a tutti sono Carla, ho datao la mia testimonianza all’incontro sui disturbi alimentari presentato a scuola sabato 17 aprile.

Innanzi tutto mi scuso se non sono riuscita a rispondere subito subito alle domande che mi avete fatto e a cui non ho avuto il tempo di rispondere in “diretta”.

cercherò di essere il il più chiara possibile, ma se sbaglio ad interpretare alcune domande e non trovate la risposta che cercavate nelle mie parole, non esitate a farmi altre domande, sarò lieta di rispondervi e magari aiutare qualcuno tramite voi.

Queste sono le belle domande che mi avete fatto:

COME FACCIO AD INIZIARE UN DISCORSO CON UNA RAGAZZA ANORESSICA, CIOE’ UNA PERSONA CHE NON SA DI ESSERLO MA VOGLIO AIUTARLA AD USCIRE DA QUESTO TUNNEL?
E’ sicuramente difficile, perchè una ragazza con l’anoressia tende a chiudersi in se stessa, è spesso nervosa, non ama i confronti e evita qualsiasi occasione anche per fare 2 chiacchiere nella paura che alla fine il discorso cada sul cibo e sul fatto che non mangia.
Visto che in realtà l’anoressia è solo l’espressione attraverso il non mangiare di un problema più profondo ti consiglio di cercare un contatto con questa persona senza focalizzare l’attenzione sul cibo , ma su qualsiasi altra cosa, in modo che la ragazza/o entri in confidenza e magari col tempo ti permetta di capirla meglio e si apra a confidarti/ confidarsi il disagio alla base di questa sua sofferenza.
Non voglio illuderti , non è così breve e così facile, ma mi raccomando non arrenderti mai, stalle accanto a falle sentire che tu ci sei, anche se lei non ti vuole, anche se ti scaccia, falle capire che tu le sei accanto e che in qualsiasi momento abbia bisogno, tu ci sei.
Hanno un disperato bisogno di sentirsi amate!

PERCHE’ E’ DIVENTATA ANORESSICA LA GEMELLA (ELISABETTA)?

COME MAI LA SORELLA DI CARLA E’ ENTRATA IN QUESTO VORTICE?
Non so perchè mia sorella si sia ammalata, penso che lo strettissimo rapporto che c’era tra me e lei fosse troppo forte, e probabilmente la consapevolezza che prima o poi ci saremmo divise è stato uno dei fattori scatenanti.
Viene spontaneo chiedersi come mai non mi sia ammalata anche io, e penso che la risposta sta proprio nel fatto che ogni persona è unica, ognuno di noi reagisce in modo diverso allo stesso evento (trasloco, trauma, perdita di una persona cara, distacco, delusione……)
La causa è da cercare dentro di sé, si deve capire che cosa fa star male e affrontare il problema direttamente

COME HAI AFFRONTATO LA SITUAZIONE DI TUA SORELLA COME HAI FATTO A FARTENE UNA RAGIONE E AVERE PAZIENZA DI CAPIRE E ASPETTARE?
Quando mi dissero che Elisabetta aveva l’anoressia non sapevo che cosa avrebbe comportato, spesso mi sono sentita in colpa per non essermi accorta prima che stava male, per non riuscire a darle una mano, ma poi mi sono resa conto che per aiutarla davvero dovevo prima di tutto stare bene io, non mi serviva a niente darmi delle colpe per ciò che era successo (come non servivano le liti in famiglia alla ricerca di un responsabile del fatto che Elisabetta si fosse ammalata)
Ho imparato che il miglior modo per aiutarla non era farle la paternale e sottolineare i suoi errori , l’autostima delle ragazze con anoressia è già sotto i piedi), ma la cosa che le serviva di più era qualcuno che avesse la pazienza di starle accanto aspettando che lei si decidesse di volerle parlare.
Le serviva qualcuno che invece di rimproverarla le desse la forza e il coraggio alzarsi di nuovo, imparare dagli errori e riprovarci di nuovo.
Poi vedrai, viene tutto spontaneo!

DA COSA TI SEI ACCORTA CHE ERA MALATA DI ANORESSIA?
A parte il cambio dell’umore, il suo nervosismo, l’irritabilità, la tendenza ad isolarsi che solo più tardi ho attribuito all’anoressia, mi sono accorta che mia sorella non stava bene quando l’ho scoperta dare el suo cibo al nostro cagnolino giustificando il fatto con delle scuse banali e secondo me senza senso, poi le bugie sono diventate sempre più frequenti

COME HAI FATTO A RECUPERARE IL RAPPORTO CON TUA SORELLA ?
Il mio rapporto con lei resta ancora molto profondo anche se è completamente diverso da prima.
Non siamo quasi mai insieme (le scelte lavorative e l’amore ci hanno divise), a volte ci vediamo solo la sera e ognuna ha il suo da fare, ma in realtà ci lega ancora un forte legame (forse più di quello che ho con mia mamma e papà) anche se all’apparenza non sembra.

E’ SERVITO IL TUO AITUTO PER FARLA USCIRE?
Non è servito solo il mio aiuto o quello di mio fratello e dei miei genitori, probabilmente anche quello di alcune amiche di atletica, dell’allenatrice, di alcune persone a volte neanche molto vicine ma che la conoscevano e che vedendola e parlandole le hanno dato un po’ di speranza e di coraggio
L’aiuto più grande l’ha trovato sicuramente dentro di lei!
Spero di aver risposto alle vostre domande in modo esaustivo e soprattutto che troviate la risposta che cercavate nelle mia parole, altrimenti vi prego di rifarmi altre domande.
Grazie per a tutti per l’attenzione e l’interesse che ci avete dimostrato, speriamo di aiutare anche solo una persona, sarebbe una soddisfazione grandissima
Ciao a tutti Carla

Abbiamo ricevuto una domanda un po’ particolare, che più che domanda sembrava uno “sfogo”..non ci è sembrato giusto renderla pubblica..vogliamo ricordare che scrivendo allo sportello si può entrare in diretto contatto con la nostra psicologa Chiara Venturi
Flaminia

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